Nel 2010, si andò al voto in un clima di tensione, come risulta dalle indagini svolte dal comando provinciale dei carabinieri.
Come andarono le elezioni amministrative del 2010, quelle in cui fu eletto sindaco Angelo Brancaccio? Nelle indagini del comando provinciale dei carabinieri, scaturite nell’ambito dell’inchiesta che ha acceso i riflettori sulla commistione fra dirigenti comunali, imprenditori e politici nella gestione dell’affaire cemento di Orta di Atella, finì anche la testimonianza di alcuni candidati.
“Non potevamo entrare nei condomini”
Uno degli aspiranti consiglieri comunali, affermò, in relazione a quella tornata elettorale: “Non abbiamo avuto modo di svolgere con serenità e correttezza la nostra campagna elettorale dal momento che ci è stato impedito materialmente di accedere presso i condomini per parlare con i cittadini”. L’allora candidato aggiunse che i condomini “risultavano presidiati tutto il giorno da persone vicine al sindaco Brancaccio che impedivano l’accesso”. Fra queste persone, come riportano gli atti degli inquirenti, c’era “tale B.C., persona di fiducia del Brancaccio che abita in uno degli immobili costruiti dalla società Aprovitola e precisamente quello in via Clanio”.
“Timore generale per i cittadini”
Un altro candidato della stessa tornata elettorale, evidenziò “una situazione di timore generale da parte dei cittadini in quanto il sindaco Brancaccio è in grado di controllare l’opinione pubblica degli stessi. Ne è dimostrazione il fatto che se anche alcuni ragazzi si avvicinano al nostro programma politico vengono subito redarguiti dalle persone vicine al Brancaccio”.
Fra i nomi di questi persone, anche Michele Aletta, gestore del campo sportivo recentemente uscito assolto con formula piena da un procedimento in cui era accusato di legami con la criminalità organizzata. Ritorna spesso nelle carte dell’indagine il nome di B.C. che, in un’occasione, nell’ avvicinarsi ad uno dei consiglieri di fazione opposta, avrebbe pronunciato (secondo quanto sostenuto dal consigliere) le seguenti parole: “Voi volete buttare le case a terra e io vi mando settecento persone”. E’ sempre B.C. che telefona a Brancaccio e ad Aprovitola, la mattina in cui viene effettuato il sequestro di centinaia di appartamenti e sempre lui consiglierà ai due di non farsi vedere, per via della rabbia della gente.
Nell’ ottica di rafforzamento del consenso elettorale, fu organizzata per i condomini dei parchi “abusivi” anche una gita a Pietrelcina.
Su cosa sia accaduto negli ultimi anni ad Orta di Atella, sono ancora in corso procedimenti giudiziari che dovranno fare chiarezza sul livello di infiltrazione mafiosa e su singoli ruoli e responsabilità. Si è ancora in attesa di conferme per le persone sulle quali pendono già accuse definite nell’ambito di procedimenti giudiziari, mentre si attendono altri eventuali sviluppi investigativi. Il percorso di conoscenza sugli intrecci consumatisi nella realizzazione di un’ intera città abusiva, ha ancora molti vuoti che attendono di essere colmati, ma i tasselli pian piano cominciano ad essere inseriti ognuno al proprio posto.