Don Peppe Diana, bella omelia del vescovo Angelo Spinillo: “Pandemia è anche la camorra” durante la messa officiata a Casal di Principe e trasmessa in streaming per rispettare le restrizioni Coronavirus
19 marzo 2020, che bella l’omelia del vescovo Angelo Spinillo. L’ho ascoltato dal salotto di casa e le sue parole mi sono sembrate diverse. Diverso e più tagliente lo spirito con il quale le ha pronunciate. La pandemica emergenza Coronavirus ci ha tenuti lontani oggi, e non solo dalla chiesa nella quale ogni mattina del 19 marzo alle ore 7,30 del mattino abbiamo sempre ritrovato volti, vite e vecchi e nuovi amici. Ci ha tenuto lontani dal ritrovarci in cammino, spalla a spalla. Impossibile conoscerci tutti in quelle marce lunghe e colorate che per anni hanno segnato l’anniversario dell’uccisione di don Giuseppe Diana, ammazzato dalla camorra il 19 marzo del 1994, eppure di quegli sconosciuti, loro a me e io a loro, oggi più che mai ne sento la mancanza. Da volontaria e da giornalista ho sempre seguito la giornata dedicata alla memoria di don Peppe e nel suo nome a tutte le vittime innocenti della camorra, con la seria convinzione che percorrere quei chilometri di asfalto fosse assolutamente necessario. Quest’anno è diverso. C’è la pandemia Coronavirus ma il vescovo Spinillo in diretta streaming nell’officiare la messa che fu impedita a don Peppe Diana perché ucciso mentre attraversava la sacrestia con il suo amico di sempre, Augusto Di Meo, testimone anche nell’ultima sua ora, ha parlato di una pandemia ancora più grande: “la camorra che continua ad impedire progresso e vitalità con prepotenza e corruzione”. “Ci sono ancora uomini e donne che sono rapiti dalla logica del potere e gestiti dal denaro come unico valore”, ha detto Spinillo e allora se alla pandemia è necessario trovare una cura per non morirne, quelle parole sono un invito netto e chiaro a liberarci della camorra e dei suoi interessi.
Per combattere una battaglia che ci toglie il respiro e la libertà così come il contagio Coronavirus è necessario l’impegno di ognuno. Tutti, nessuno escluso, senza paura e senza più tentennamenti. “La fede autentica è il profondo desiderio di trasmettere valori veri e nuovi e la speranza di poter cambiare il mondo in meglio”, ha continuato Spinillo e allora basta è davvero arrivato il momento di smetterla di battersi il petto in chiesa se fuori, nella sacra quotidianità non si riesce a fare del nostro meglio lontano dalla sopraffazione, menzogna e corruzione a vario livello. “Coraggiosi, generosi e fiduciosi”, è a questo che l’omelia del 19 marzo 2020 recitata dal vescovo Spinillo dall’altare della chiesa San Nicola di Bari a Casal di Principe, ci ha richiamato. E per la prima volta, forse, non ho nulla da rimproverare alla prudenza del Vescovo che ringrazio per aver portato la parola di Dio anche nel salotto di casa mia.
Tina Cioffo