Disastro ambientale e pozzi inquinati, processo al clan dei Casalesi rinviato ancora

Disastro ambientale e pozzi inquinati, processo al clan dei Casalesi rinviato ancora. Il rinvio a giudizio è del 2017, la prima udienza del 2018 e nel merito si entrerà nel 2020.

Disastro ambientale ed inquinamento delle acque di Casal di Principe, per il giudice del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, sezione C, bisogna fare il processo. Gli avvocati degli imputati, Nicola Pezzella, Walter Schiavone, Francesco Schiavone, Luigi D’Ambrosio, tutti esponenti del clan dei Casalesi fazione Schiavone, avevano eccepito l’ipotesi della prescrizione ma per il presidente di Corte è necessaria l’istruttoria e la verifica delle perizie tecniche. Ci vorrà dunque, ancora altro tempo per arrivare poi a stabilire eventualmente le responsabilità. Il comune di Casal di Principe si è costituito parte civile. Il rinvio a giudizio è del 2017 con il pubblico ministero Vincenzo Ranieri. Il processo è cominciato nel 2018, con la prima udienza preliminare il 15 gennaio a Napoli, poi spostato al Tribunale di Napoli Nord e poi a Santa Maria Capua Vetere. Nel merito delle vicende si entrerà nel 2020, nel prossimo mese di marzo, data di rinvio dell’udienza.

Sversati rifiuti per 30 anni

Il quadro processuale descrive la presenza sul territorio di Casal di Principe di una vasta organizzazione criminale che per oltre 30 anni, ha gestito illegalmente il traffico di rifiuti prodotti sull’intero territorio nazionale e soprattutto nel nord Italia, inquinando numerosi pozzi del paese, soprattutto in via Circumvallazione, via Cavour ma anche in via Negri, via Brindisi, via Giulio Cesare e piazza Giovanni Paolo II, preventivamente sequestrati. La presenza di tetracloroetilene, tribomometano, dicloropropano, zinco, piombo, nitriti e nitrati, è stata evidenziata a seguito degli scavi eseguiti in via Sondrio, angolo via Circumvallazione, via del Pozzo, località Casarelle e Cinquanta moggi. Gli accertamenti fino al 2014 hanno confermato punti di allarme per berillio, idrocarburi pesanti, stagno e ancora triclorometani. Gli imputati devono rispondere di disastro ambientale ed inquinamento delle falde acquifere avendo sversato, a Casal di Principe circa 150.000 metri cubi di rifiuti speciali pericolosi. Tina Cioffo

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