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Ddl Zan: la lotta sociale contro l’odio e la discriminazione

Il Ddl porta il nome del deputato Alessandro Zan che lo ha promosso ma la norma che combatte violenze e discriminazioni contro donne, gay e disabili non è accettata da tutti. Il disegno di legge, aspetta di poter essere discusso ma la sua calendarizzazione viene continuamente rimandata. Spetta al presidente della Commissione giustizia al Senato inserirla nell’Ordine del giorno, intanto è cominciata una campagna di sensibilizzazione ed informazione sul tema.

articolo a cura di Giulia Negro*

Dopo l’approvazione alla Camera, il disegno di legge che prende il nome del suo relatore, deputato del PD, Alessandro Zan, il Ddl Zan ha provocato una tempesta mediatica perché bloccato al Senato dopo che i partiti di opposizione hanno definito questa misura “non prioritaria”, non consentendone così la calendarizzazione e la discussione in commissione Giustizia. Tale norma ha lo scopo di arginare le discriminazioni che, secondo uno studio compiuto dall’Osservatorio Italiano sui Diritti, subiscono in maggior misura alcune categorie sociali: omo e transessuali, donne, disabili, migranti ed ebrei.

Perchè è necessaria la legge Zan

Sono indagini e dati a rivelare che non è sufficiente un articolo costituzionale, poiché, sebbene sancisca pari diritti ai cittadini, indistintamente da sesso, razza, lingua o religione, quotidianamente la “diversità”, percepita come alterità sociale, viene contrastata con la violenza verbale e fisica. Non faremmo difficoltà a percepirlo ascoltando la storia di Malika, ventiduenne toscana la cui madre, dopo averla cacciata di casa cambiando le serrature dell’abitazione per impedirle il rientro, l’ha minacciata di strapparle il cuore dal petto perché “colpevole” di amare una persona del suo stesso stesso. Vittime della medesima violenza due ragazzi, Christopher e Alfredo, aggrediti in metro da un uomo mentre si scambiavano un bacio. Queste storie, sommate all’aumento dei crimini d’odio commessi contro le donne durante il lockdown, hanno posto al centro delle discussione politiche la legge Zan, che punirebbe con la reclusione fino a 18 mesi o una multa fino ai 6.000€ coloro che commettono atti discriminatori, ritenendoli aggravanti.

Si tratta di una disposizione necessaria, volta alla rieducazione di una società in cui è preferibile una figlia morta piuttosto che lesbica, che forgia omosessuali omofobi, donne sessiste ed ebrei antisemiti. Numerosi sono i personaggi dello spettacolo, da Donatella Versace a Loredana Bertè, che in questi giorni si sono uniti in una campagna social, attraverso l’hashtag #DiamociUnaMano, per promuovere l’approvazione del Ddl Zan. Legge osteggiata dai difensori delle tradizioni: della famiglia “tradizionale”, della religione “tradizionale”, che issano e sventolano fieramente la loro bandiera di cristianità per legittimare odio e oppressioni, profanandola, perché è proprio la cultura cristiana a cui siamo stati educati che ci insegna a tendere quella mano a chi ne ha bisogno.

*Studentessa della classe VZ del Liceo Scientifico Segrè di San Cipriano D’Aversa

redazione

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