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Categories: Cronaca

Da Parigi al Casertano per capire l’uso sociale dei beni confiscati alla camorra

di Tina Cioffo– Partiranno giovedì 11 aprile da Parigi e resteranno nel Casertano fino a lunedì 15 aprile. L’obiettivo è capire il riutilizzo sociale dei beni confiscati alla camorra e portare le esperienze in Francia.

A partire da giovedì 11 aprile, un gruppo di francesi sarà in Campania, per studiare il riutilizzo sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Per cinque giorni visiteranno aziende e case che erano della camorra ma che ora grazie all’impegno di associazioni e cooperative sociali, rappresentano un esempio da replicare.

Da Parigi nel Casertano per studiare l’uso sociale dei beni confiscati

Il gruppo, di 19 persone, sarà accompagnato da giornalisti francesi e vede tra i partecipanti alcuni soci dell’associazione Crim’Halt che tratta i temi della lotta alle mafie e alla corruzione con sede a Parigi, un funzionario del Ministero dell’Interno francese e un sindaco di un paese della Corsica. Il viaggio è all’interno di un progetto finanziato dalla Comunità Europea tramite il programma Erasmus+ e ha come obiettivo quello di far approfondire a queste persone, il riutilizzo sociale dei beni comuni e dei beni confiscati. Dalla cioccolateria Dulcis in fundo di Casal di Principe, nata in un bene confiscato in via Baracca a La forza del Silenzio, associazione per persone autistiche nata nell’ex casa di Francesco Schiavone alias Sandokan, in via Bologna. Dalla cooperativa Al di là dei sogni di Maiano di sessa Aurunca i cui cooperatori sono riusciti a trasformare un bene confiscato al clan Moccia, completamente abbandonato in un punto di riferimento per l’agricoltura biologica ed i percorsi riabilitativi, non solo sanitari. E poi Castel Volturno al pub Bambusa per toccare con mano l’esperienza antiracket e all’associazione Jerry Essan Masslo. Ma poi anche beni comuni restituiti alla collettività come la Tipicheria all’interno del Teverolaccio di Succivo e la Fattoria fuori di zucca che è riuscita a recuperare un parte del parco della Maddalena, ex manicomio civile di Aversa

In Francia, la legge sul riutilizzo è sul tavolo del governo

A livello europeo, nonostante l’attenzione crescente delle istituzioni sul tema della confisca, il riutilizzo sociale è ancora messo da parte. I modelli principali sono per il momento due. Il primo è quello che fa riferimento all’Italia. Altrove, la questione è legata alla carenza delle leggi, ad una limitata presenza di cooperazione e all’atteggiamento delle autorità. L’associazione francese Crim’Halt, il cui presidente è Fabrice Rizzoli, ha già proposto al Governo francese di adottare al più presto una disposizione sull’uso sociale dei beni confiscati, oltre che dichiarare il 21 marzo «Giornata mondiale delle vittime di tutte le mafie» così come accade in Italia. Non si tratta di un puro esercizio di condivisione di intenti ma di una necessità che in Francia viene vissuta come impellente, per attrezzare la società degli anticorpi sociali, prima che sia troppo tardi. A Parigi, d’altronde, appena due mesi fa, ha fatto molto discutere, l’apertura del ristorante in via Daru, della figlia di Totò Riina, ex capo della mafia siciliana condannato all’ergastolo per 26 volte, accusato dell’omicidio di 200 persone, molti dei quali innocenti.

A Casa don Diana, il seminario

Venerdì il gruppo avanguardista francese sarà a Casal di Principe per un’intensa giornata di riflessioni e studi sulla legge, sugli stereotipi e sulle potenzialità del riutilizzo sociale per un’economia che sia antidoto di interessi criminali, spesso non evidenti e così tanto subdoli da diventare manifesti quando è tarsi per contrastarli. Un lungo seminario full immersion che si terrà a Casa don Diana, bene confiscato e gestito dal Comitato don Peppe Diana, con gli interventi tra gli altri di Isaia Sales, docente al Suor Orsola Benincasa di Napoli e studioso della storia della camorra napoletana con similitudini e differenze rispetto a quella casertana e di Gianluca Casillo, amministratore giudiziario di aziende e beni confiscati per meglio comprendere il processo dell’attribuzione dei beni usati socialmente e il problema delle aziende confiscate.

 

redazione

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