Dagli spinelli fino al crack e all’eroina, il mondo della droga lo ha attraversato tutto, da consumatore e anche da spacciatore. Questo è però il passato. Oggi, Gaetano Paesano è un’altra persona. Il lavoro cooperativistico è riuscito a recuperarlo.
Ha cominciato a drogarsi quando aveva appena 13 anni, passando velocemente alla cocaina e poi ad altre sostanze. Abitava a Scampia, noto quartiere pieno di contraddizione del Napoletano. Voleva essere un adolescente come tutti gli altri, aveva dei sogni di normalità ogni volta infranti da quella straordinarietà criminale che lo aveva inserito in un ‘sistema’ dal quale è stato complicato uscirne. “Ho sempre desiderato una vita diversa ma gli eventi mi hanno travolto”, dice Gaetano Paesano, 39 anni con tre figli piccoli. A Scampia aveva cominciato a spacciare, poi la sua ‘piazza’ la spostò a Castel Volturno, un paese del Casertano distante dal luogo in cui era nato solo qualche chilometro ma comunque abbastanza lontano per mettersi in proprio con lo spaccio e continuare a drogarsi. La prima volta venne arrestato a 15 anni ed è stato un continuo entrare ed uscire dal carcere: a Poggioreale, a Santa Maria Capua Vetere e poi Carinola. Doveva procurarsi denaro e non solo per continuare a drogarsi ma anche perché era quella l’unica cosa che sapeva fare, l’unica che la società gli aveva insegnato e trasmesso. Lo spaccio di Paesano non conosceva limiti territoriali, da Napoli a Bologna, Aprilia e Parma. La cocaina arrivava direttamente dal Sudamerica alla Spagna e da qui arrivava a Roma, Napoli e Aprilia; mentre l’hashish proveniva direttamente dal nord del Marocco e poi dalla Spagna approdava direttamente in Italia. A Castel Volturno, la sua seconda casa dopo Scampia, fu arrestato un’altra volta nel 2009. Aveva già avuto una condanna ad otto anni di reclusione per traffico di sostanze stupefacenti e estorsioni.
“Pensavo di non avere ormai più via di uscita se non seguire la scia di quello che altri decidevano per me. Avevo perso gli anni migliori della mia vita, buttati, maltrattati e mi ero destinato ad una morte lenta”, dice Gaetano. Poi qualcosa è cambiato. “Ero detenuto nel carcere di Carinola e ci dissero che c’era la possibilità di aderire ad un progetto sociale, ‘Esternamente’. Feci subito domanda, sperando di poter finalmente avere un’occasione”, racconta. Arrivò a Sessa Aurunca, presso la cooperativa sociale ‘Al di là dei sogni’, anche il nome è evocativo, il 24 febbraio del 2016. Doveva restarci, da progetto, solo per 10 mesi poi però il giro di boa era stato fatto. Il 10 agosto del 2017 ha scontato la sua pena ed oggi lavora, con un normale contratto nella cooperativa sociale, ha cambiato casa e paese e riesce a parlare di sé con la certezza di fare la cosa giusta.
“Quando arrivai a Maiano di Sessa Aurunca, ero titubante e neppure riconoscevo il codice linguistico e di comportamento che avevo fino a quel momento appreso. Avevo sempre agito per un secondo fine e chi si rapportava con me aveva sempre fatto altrettanto, lavorando con i ragazzi della cooperativa ho invece scoperto che si può fare senza pretendere necessariamente qualcosa in cambio e questo -spiega Gaetano- mi ha fatto conoscere un senso di libertà mai capito. Faccio il mio dovere, mi dono alla causa e agli altri e mi sento libero: è una conquista che non si può ripagare!”. Il nastro, si è definitivamente riavvolto.
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