Covid 19 e Dpcm, ristoratori protestano contro la chiusura

Hanno apparecchiato per terra, in strada, davanti alla sede della Regione Campania a Napoli e così i ristoratori hanno dato vita al flash mob di protesta in contemporanea con altre 20 città italiane.

Con le forchette, i manifestanti hanno battuto sulle stoviglie e dopo, a ruota è toccato ai bar-tender agitare i loro shaker. Lo slogan e la spiegazione alle tavole apparecchiate per strada è stato: “Siamo a terra”. Sono i lavoratori dei pubblici esercizi, titolari e dipendenti, rappresentati da Fipe-Confcommercio, che protestano contro le misure dell’ultimo Dpcm che prevede la chiusura al pubblico delle 18. I manifestanti hanno provato a consegnare un cesto-regalo, indirizzato a Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, contenente prodotti alimentari e un bigliettino che ricorda: “Ingresso sicuro”. Cesto respinto all’ingresso di palazzo Santa Lucia.

“Vogliamo dimostrare che si può protestare in maniera pacifica – ha affermato Pasquale Russo, direttore generale di Confcommercio Campania – Le nostre aziende non possono reggere ulteriori limitazioni. Se è possibile lavorare, il Governo deve fare bene, presto e subito per aiutare le imprese a sopravvivere”. Il rischio, ha evidenziato, è che “molte serrande resteranno abbassate anche dopo la pandemia perché non riusciranno a reggere il peso della crisi economica”. Il disagio che si vive “non è solo economico ma anche morale”- ha detto Massimo Di Porzio, presidente di Fipe-Confcommercio Napoli. “I Dpcm e le varie ordinanze regionali si sono sovrapposti – ha detto – Noi abbiamo bisogno di chiarezza, vogliamo essere messi a conoscenza dei provvedimenti prima che vengano approvati”.

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