Interventi immediati e potenziamento delle risorse sanitarie per fronteggiare il contagio Covid19. E’ questa, la richiesta che arriva da 17 sindaci dell’agroaversano che insieme hanno firmato un documento.
Il Covid 19 minaccia la tenuta sociale e non solo quella sanitaria. Diciassette sindaci dell’agroaversano, in provincia di Caserta, hanno deciso di riunirsi in un Tavolo permanente per tentar soluzioni. “Denunciamo – spiega Renato Natale, sindaco di Casal di Principe- la grave situazione in cui versano i servizi sanitari e chiediamo interventi immediati per scongiurare altre tragedie come quelle già registrate nei giorni scorsi”. Il documento è stato inviato al Ministro della Salute Roberto Speranza, al Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e alla direzione generale dell’ASL di Caserta.
“Da settimane oramai – spiega Natale – i sindaci spendono buona parte del proprio tempo rispondendo a telefonate, messaggi e contatti sui social di cittadini disperati che cercano non solo conforto ma una risposta ai loro bisogni. Dalle numerose segnalazioni ricevute emerge che il servizio 118 non riesce a rispondere tempestivamente alle richieste di soccorso e dopo lunghe attese l’intervento viene messo in coda ad una lunga lista di attesa. Molti cittadini raccontano di vere e proprie odissee, fra l’attesa dell’ambulanza, le code fuori i pronto soccorso per essere presi in carico dalla struttura ospedaliera. Tale situazione determina una forte preoccupazione perché un intervento intempestivo potrebbe mettere a repentaglio la vita dei soggetti che chiedono soccorso”. E poi c’è la disperazione dei familiari di chi entra in terapia intensiva, lasciati senza notizie e senza minime rassicurazioni sullo stato di salute dei loro cari. Una situazione che va ad incancrenire una situazione di per sé sconvolgente.
E’ necessario dunque un potenziamento immediato del servizio 118 con mezzi e personale medico e paramedico ma anche del personale delle strutture ospedaliere, con particolare riferimento a quello impiegato nei servizi di pronto soccorso. Un ‘efficace ed efficiente gestione del paziente sul territorio e a domicilio sicuramente potrebbe ridurre i casi di ricovero, ove possibile, dei pazienti Covid-19, così come, peraltro, definito nel piano “Regionale di potenziamento e riorganizzazione della rete assistenziale regionale territoriale “ elaborato dalla Direzione Generale per la tutela della salute e del Coordinamento del Sistema Sanitario Regionale. I tempi che trascorrono però, dalle parole ai fatti sono eccessivamente lunghi e per questo inaccettabili. Nonostante infatti ci sia stata una puntuale circolare della direzione generale dell’Asl “ad oggi – dicono i sindaci- purtroppo continuiamo a registrare ritardi insostenibili per avere un tampone”. Tra la richiesta di tampone e l’effettuazione trascorrono almeno 10 giorni, altrettanti passano per certificare l’eventuale guarigione e la confusione regna sovrana perché non si sa se vanno attivati dai medici di medicina generale o dalle UOPC territoriali o dai Tim Covid distrettuali o se, più semplicemente, vengono calendarizzati sulla base del decorso del termine previsto.
Da più parti, tra i cittadini, arrivano richieste di chiusure generalizzate ed i sindaci, in un documento scritto, chiariscono che “nessuno sindaco ha questo potere e se forzando le norme dovessimo farlo, non avremmo la possibilità di garantire i legittimi ristori a chi sarebbe costretto a chiudere le proprie attività”. “La chiusura – insistono – spetta al Governo e alla Regione, sono loro gli unici che possono poi garantire il sostegno economico alle categorie colpite dal provvedimento”. Solo qualche giorno fa, i sindaci firmatari di questo nuovo appello, avevano richiesto l’invio dell’esercito con funzione di ordine pubblico, “per collaborare – avevano detto- con le scarse forze di Polizia Municipale a nostra disposizione, nel loro secondo incontro hanno affrontato il tema dei gravi disservizi registrati nella presa in carico dei pazienti e nella effettuazione dei Tamponi sia per la diagnosi che per la fine quarantena”. Tina Cioffo
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