La Corte di Strasburgo avvia il processo contro il governo italiano per il modo in cui ha gestito la situazione della cosiddetta “Terra dei fuochi”. Entusiasti i comitati che avevano presentato i ricorsi, chiedendo giustizia
Violato il diritto alla vita
La Corte di Strasburgo ha avviato il processo contro il governo italiano per la situazione nella cosiddetta “Terra dei fuochi”.La Corte ha accolto in via preliminare i ricorsi ricevuti da cittadini e associazioni che denunciano la violazione dei loro diritti alla vita e al rispetto della vita familiare, sanciti dalla convenzione europea dei diritti umani.
I ricorrenti sostengono che lo Stato non abbia preso misure per ridurre il pericolo, nonostante fosse consapevole del rischio reale e immediato.
Tosti: “Oggi è nu juorn buono”
La notizia è stata accolta con gioia dai comitati che da anni si battono per chiedere soluzioni sulla gestione illecita dei rifiuti e le conseguenze ad essa connesse in termini di ripercussione su ambiente e salute. Il coordinamento dei comitati presentò alla corte europea di Strasburgo più di sessanta ricorsi. Sono stati tutti accolti ed oggi dieci verranno notificati al governo italiano. Il coordinamento dei comitati, che intanto si è trasformato in Rete di cittadinanza e comunità, coordinatore Vincenzo Tosti, adesso nominerà un tecnico di parte che dovrà relazionare entro la fine di aprile su “Terra dei fuochi”.
“Oggi è nu juorn buono – afferma Tosti appena appresa la notizia – è un risultato in cui speravamo e ci incoraggia che a livello europeo sia stata riconosciuto il valore della nostra denuncia. Quanto abbiamo vissuto in questi anni – aggiunge Tosti – non può passare inosservato o lasciato in balia dell’inerzia delle istituzioni e ci auguriamo che con l’intervento della Corte di Strasburgo vengano accertate le responsabilità di chi è rimasto a guardare, mentre era chiamato a tutelare la vita delle persone e la salute di un intero territorio. Oggi- ha osservato Tosti – abbiamo anticorpi più forti e siamo più consapevoli, per questo sappiamo che la battaglia deve andare avanti, perchè purtroppo i problemi e le paure restano e le risposte, quando e se arrivano, restano ancora troppo poco esaustive”.