Corruzione, a Casal di Principe CasaleLab ne parla con Isaia Sales. Venerdì 24 gennaio sarà presentato il libro ‘Storia dell’Italia corrotta’.
Venerdì 24 gennaio alle ore 18,30 presso la Biblioteca comunale di Casal di Principe ‘ Il Grillo Parlante’, si discuterà di corruzione. Sarà presentato il libro “Storia dell’Italia corrotta” di Isaia Sales e Simona Melorio, edizione Rubbettino. L’iniziativa è voluta dall’associazione CasaleLab costituitasi nell’estate del 2016, quando un gruppo di giovani decise di mettersi in gioco, proponendo attività di formazione e informazione su temi di particolare importanza e cercando la partecipazione di altri giovani come cittadini attivi.
“Il successo registrato con i “Corsi di Formazione Politica e Cittadinanza Attiva” nel 2017 e nel 2018, articolati in diversi incontri, che hanno registrato l’adesione di centinaia di cittadini e nei quali si è cercato di promuovere una sana e corretta informazione, ci ha spinti – spiega il presidente di CasaleLab, Gianluca Natale– anche per il 2020, ad avviare un nuovo percorso di analisi ed approfondimento. A nostro parere, “formazione Politica” si traduce in una molteplicità di espressioni e significati: informare, coinvolgere e stimolare la curiosità dei partecipanti e la loro voglia di crescere come individui, appartenenti ad una data comunità con i propri diritti e doveri”. Di corruzione se ne parla spesso sulle cronache dei giornali, in tv e sui vari canali social ma quanto ne sappiamo? Quanta informazione c’è su questo tema? I cittadini, ma ancora prima gli amministratori, sono realmente a conoscenza della diffusione della corruzione? Quali sono gli strumenti normativi idonei a combatterlo? Cittadini e amministratori che potere hanno? Sono queste alcune delle domande alle quali si proverà a rispondere, discutendone con gli autori del libro, Sales e Melorio.
All’ incontro sono stati invitati tutti gli amministratori locali e tutte le realtà associative che insistono sul territorio. Il libro prova a ricostruire alcuni dei principali scandali dal 1861 ad oggi, partendo dal presupposto che non c’è altro comportamento criminale che scardina di più la percezione dello Stato e ne distrugge credenza e legittimazione, al punto da definirlo “reato di corrosione e di fragilità di Stato”, perché commesso da rappresentanti dello Stato su funzioni e compiti dello Stato. La corruzione per gli autori “ha assunto nel corso della storia italiana essenzialmente il volto delle istituzioni”, non è dunque un problema della morale singola del cittadino ma della concezione dello Stato di una parte delle classi dirigenti del paese, che hanno reso l’abuso ed il profitto del loro potere un fatto consuetudinario e diffuso, una normale modalità di esercitare la funzione politica, burocratica e imprenditoriale. Si potrebbe quasi parlare di “banalità” della corruzione in Italia”.
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