Coronavirus, per Renato Natale Sindaco e medico di Casal di Principe: “Il panico peggior nemico”.E’ necessario abbassare livello di allarme.
All’inizio era uno sconosciuto, anche se parente stretto di tanti altri da sempre presenti fra di noi. Ora però a distanza di oltre 2 mesi, con un esercito straordinario di virologi ed epidemiologi messo in campo in tutto il mondo, del virus sappiamo già molto e almeno abbastanza per definire alcune cose: dati dell’OMS dichiarano che solo il 2 % muore con infezione da corona virus, covid-19 e solo perché già affetti da altre e gravi patologie. Prima domanda: quanti di questi sarebbero morti comunque anche senza prendere l’infezione? È oramai chiaro che moltissimi sono positivi al virus senza però presentare sintomi, e quindi in molti sfuggono al controllo e al reclutamento fra gli infetti; dunque se teniamo conto anche di questi, la mortalità raggiunge veramente livelli bassissimi. Ma allora perché insistere su allarme rosso, e non scendere ad un livello più basso?
Intanto non il virus, ma l’allarme e il panico, con tutti i provvedimenti messi in campo dalle autorità sanitarie e non, credo che stiano provocando più danni dello stesso, poveretto, corona virus; e non parlo dei danni economici, chiari a tutti, ma dei danni alla salute! Il piano di contenimento dell’infezione, doveva servire ad evitare, che per l’alta diffusività del virus, si affollassero i presidi sanitari, mandandoli in tilt; ma i rimedi sono stati peggiori del male, visto che i presidi sanitari sono andati comunque in difficoltà proprio per gli accessi ingiustificati, o giustificati solo dal panico, ma anche dagli inviti delle autorità a farsi controllare ogni volta che si temesse un contagio, ma in che consistono le difficoltà? Nella difficoltà ad avere accesso alle cure e all’attenzione degli operatori, di chi è malato davvero, con altre patologie.
Qualcuno sa calcolarmi quanti ipertesi, per fare un esempio banale, evitano di andare dal proprio medico di famiglia per i controlli periodici per paura del virus? Ma sapete dirmi quanti miei colleghi, delle cure primarie, a partire da me stesso, distratti dal virus (domande dei pazienti impauriti, attenzione a non infettarsi da parte dello stesso medico, lunghi accertamenti anamnestici in casi di febbre ecc..) non prestano adeguata attenzione ad altri aspetti della salute dei propri assistiti? E i presidi di emergenza? Il 118 impegnato a trasportare possibili infetti di una malattia in fin dei conti non grave, non possono rispondere a incidenti, infarti, emergenze sanitarie vere? E i pronto soccorso chiusi? È successo pochi giorni fa all’Ospedale di Santa Maria Capua Vetere, senza parlare di quelli del nord.
Gli psicologi, e non solo, sanno bene che il panico e la paura è in grado oltre a provocare diffusi disturbi psichici, anche un abbattimento delle difese immunitarie, esponendo l’individuo ad altre infezioni e patologie. In questi giorni in Campania, a seguiti di una ordinanza del Presidente Vincenzo de Luca, che dispone la sanificazione ambientale di tutte le scuole della Campania, ha determinato l’esaurimento, in poche ore, di tutte le scorte di disinfettanti e sanificatori, mentre i Comuni sono alle prese della ricerca di aziende specializzate ancora disponibili sul mercato. E se domani dovessimo veramente intervenire per qualche emergenza vera? E se dopo la sanificazione (con una efficacia del tutto irrisoria), di scuole ove non c’è alcun bisogno, avessimo un caso, che so, di meningite da meningococco in qualche classe, con cosa e con chi andiamo a disinfettare? Può darsi che io non capisca molto di epidemiologia e di sanità, ma credo proprio che qualcuno, dall’OMS, ai presidenti delle Regioni, passando per il Ministro, dovrebbe aver il coraggio di dire che il livello di allarme può benissimo passare ad un livello più basso, da rosso ad almeno giallo, prima che i danni provocati dal livello di allerta, (sulla salute) diventino ancora più gravi di quelli già provocati finora.
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