Coronavirus, necessario donare sangue e i medici di Caserta chiedono ‘Unità di crisi’. Croce Rossa e Avis in campo con Unità Mobile a Casal di Principe.
C’è urgenza di sacche di sangue. L’invito a donare sangue viene ormai da più parti. A Caserta presso il centro trasfusionale dell’ospedale è possibile farlo tutti i giorni, esclusi p festivi dalle 8 alle 12. Per fissare un appuntamento c’è il numero 0823 232062. Altrettanto è stato faro al Policlinico di Napoli, in piazza Miraglia. Nei Comuni della provincia di Caserta la Croce Rossa insieme all’Avis ha organizzato delle Unità mobili per consentire le donazioni. A Casal di Principe, sarà possibile farlo il 17 marzo in Piazza Villa dalle 8 alle ore 18, mantenendo ovviamente la distanza di sicurezza. A San Cipriano D’Aversa la Corce Rossa ha deciso di mettere a disposizione il servizio di consegna a domicilio dei farmaci per anziani e persone immunodepresse. (Il numero verde è 081 3775195)
Intanto i medici in servizio negli ospedali dell’Asl Caserta, in prima linea per l’emergenza Coronavirus e con la paura costante di poter essere contagiati, con un comunicato firmato da undici sigle sindacali, chiedono più dispositivi di sicurezza: in particolare mascherine e protocolli uniformi di gestione dei pazienti, visto che capita spesso che per l’accoglienza dei casi sospetti vengano seguite procedure diverse da ospedale o ospedale della stessa provincia. Nel documento, siglato da Anaao Assomed, Fvm Sivemp, Fvm Fials, Aaroi Emac, Cimo, Fesmed, Cisl Medici, Uil Fpl, Aupi, Fassid e Fvm Fismu, si chiede l’istituzione immediata di “Unità di Crisi”. Si tratterebbe di cabine di regia che prevedano la presenza di rappresentanti del management, del personale Sanitario esperto in emergenza-urgenza, ospedaliero e appartenente all’emergenza territoriale 118, attualmente “attivo sul campo”, con reperibilità h 24, e con coordinamento diretto e continuo con le organizzazioni sindacali. I medici chiedono anche mascherine per tutto il personale, visto che ad oggi tali dispositivi vengono forniti solo ai lavoratori che entrano in contatto con i casi sospetti, mentre gli altri non hanno alcun dispositivo, rischiando dunque di contrarre il virus. Nella nota, i medici chiedono infine di essere informati in maniera dettagliata sulla riorganizzazione dell’ospedale di Maddaloni, che l’Asl sta attrezzando per farlo diventare “Covid Hospital”, ovvero un nosocomio destinato solo all’accoglienza dei contagiati, nell’eventualità in cui i casi crescano in modo esponenziale.
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