“Il territorio continua a bruciare nel silenzio dello Stato” questa la denuncia fatta dal sindaco di Casapesenna Marcello De Rosa, che ha scritto una nota indirizzata alla Procura della Repubblica del tribunale di Napoli Nord.
Terra dei fuochi, la denuncia di Marcello De Rosa
Dopo l’ennesimo rogo avvenuto sulla provinciale Trentola-Ischitella, il sindaco di Casapesenna Marcello de Rosa ha deciso di scrivere alla Procura delle Repubblica di Napoli Nord. Nella missiva il primo cittadino fa sapere che c’è un silenzio assordante da parte dello “Stato e degli organi di stampa” e denuncia che sulla strada Trentola-Ischitella si “verificano” sistematicamente” roghi tossici di rifiuti, con sviluppo di importanti emissioni gassose in atmosfera estremamente tossiche in quanto derivanti dalla combustione di materiali di scarto tra cui materie plastiche, che rendono la nostra aria irrespirabile”. Una richiesta di aiuto che è partita anche durante l’incontro di Parete avvenuto nella serata di lunedì.
Roghi nell’agro aversano: “Servono più controlli”
E’ lo stesso sindaco a ribadire che “le istituzioni competenti hanno il dovere e l’obbligo giuridico di contrastare il verificarsi di tali fenomeni nocivi attraverso un più accurato controllo del territorio. A mio avviso – scrive – la zona interessata non è adeguatamente sorvegliata. Quale ufficiale di Governo, vista la continuità e persistenza del fenomeno, sento il dovere di segnalare tutto ciò a tutela della salute pubblica, chiedendo che si contrastino, con misure ad effetto immediato e con carattere di straordinarietà e urgenza, lo sversamento illecito di rifiuti ed i roghi tossici”. La denuncia è stata scritta dopo i tanti roghi di questa estate, in particolare dopo quello registrato domenica sera proprio lungo la Trentola-Ischitella in cui sono andati a fuoco pneumatici e rifiuti speciali che hanno generato fumo nero che ha invaso le città vicine. Stessa situazione registrata solo qualche giorno fa a Casaluce dove un altro rogo ha costretto gli abitanti a chiudersi in casa per cercare di sottrarsi alla velenosa nube di fumo.