La fase 2 è ufficialmente partita ma sebbene venga data la possibilità, nel Casertano il 40%degli esercizi commerciali non riaprirà. Allarme della Confesercenti.
Quasi il 40% delle attività di ristorazione, come bar e ristoranti, non riapriranno lunedì 18 maggio nel Casertano, a causa delle severe prescrizioni previste per la riapertura, in particolare per la norma che prevede la responsabilità in capo al titolare dell’attività in caso di contagio di qualche suo dipendente.
Sono dati in fase di evoluzione, che stanno arrivando alla Confesercenti dagli associati sparsi sul territorio. Ma la situazione è seria; il 4 maggio avevano riaperto parecchi bar – quasi due su tre – sfruttando la possibilità dell’asporto, ora molti di quei locali, alla luce delle indicazioni governative prese per ridurre il rischio di contagio, potrebbero chiudere, mentre quelli che avevano deciso di non riaprire resteranno chiusi, forse per sempre. Stanno peggio i ristoranti, la maggior parte dei quali non ha mai riaperto, ritenendo antieconomico sia il delivery che l’asporto. Parrucchieri e barbieri dovrebbero invece ripartire in massa, troppa la voglia di tornare a lavorare. Molto critico con le scelte del Governo, il presidente di Confesercenti Caserta Salvatore Petrella. “L’incertezza, la confusione nelle norme, ed il peso dei costi per la riattivazione delle aziende – dice Petrella – stanno mettendo in ginocchio numerose imprese e porteranno alla chiusura di molte di esse, creando un danno concreto non solo all’imprenditore ed ai suoi lavoratori, ma anche alle casse dello stesso Stato, che si troverà a fronteggiare una nuova emergenza economica tra pochissimi anni”.
Sul Decreto approvato ieri sera, Petrella si è detto “ancora una volta deluso dalle misure inserite nell’ultimo decreto; chiediamo a gran voce misure concrete senza ma e senza se, di rapida concessione e senza alcun paletto burocratico poiché oltre alla totale assenza di fatturato relativa ai tre mesi di chiusura, bisogna tenere conto della prevedibile riduzione del fatturato dei prossimi mesi. Questo Decreto, nonostante l’importo di 55 miliardi, non consente però alle imprese ed al mondo produttivo di potersi rialzare in modo rapido e concreto. Siamo stanchi di dire sempre le stesse cose, si faccia presto. Servono misure immediate per tutte le categorie di aziende, servono tavoli tecnici che coinvolgano operatori reali e non solo grandi nomi” conclude Petrella.
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