Compiti per le vacanze, per gli studenti sono troppi. Cosa dicono i docenti?

Gli esperti ritengono che sia necessario trovare un equilibrio tra gli esercizi da svolgere e il riposo. Per i ragazzi sono soprattutto i prof. di matematica a esagerare con le assegnazioni

È piuttosto comune sentire gli studenti lamentarsi di avere troppi compiti da fare durante le vacanze estive. D’altronde è difficile biasimare il loro desiderio di passare più tempo al mare o in piscina che con il naso tra le pagine dei libri di testo. La lamentela assume una sfumatura diversa quando arriva anche dai genitori: in quel caso inizia a diventare più probabile che il carico di lavoro assegnato dai docenti sia effettivamente esagerato.

Le statistiche attuali dicono che quattro studenti su quattro sono stanchi degli esercizi assegnati, delle letture obbligatorie e delle varie consegne da espletare durante la lunga sosta scolastica. Il 25% si oppone in modo assoluto all’idea dei compiti da svolgere durante le vacanze estive, mentre il 49% li accetterebbe solo se fossero pochi o diversi. Diversa, come prevedibile, la posizione dei docenti, che temono di vedere sfumare nei tre mesi di vacanza le competenze insegnate con tanta fatica ai ragazzi nel corso dell’anno scolastico e considerano gli esercizi e le letture un ottimo modo per tenere allenate le menti degli alluni.

Compiti, gli esperti invitano all’equilibrio

Nel corso di un’intervista con l’agenzia Ansa, il professor Raffaele Mantegazza, docente di Scienze pedagogiche al Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Milano-Bicocca, ha spiegato che dal suo punto di vista sarebbe meglio assegnare pochi compiti. “C’è anche il tempo dell’ozio, la Montessori lo diceva già nel secolo scorso. E poi è proprio la concezione di compito da rivedere, ripensare: servono compiti che appassionino i ragazzi, che abbiano un senso per la loro vita, altrimenti diventano solo una vessazione”.

Studentessa alle prese con i compiti
Studentessa alle prese con i compiti | Pixabay @Standsome – iReporters.it

Anche per Pier Cesare Rivoltella, insegnante di Didattica e Tecnologie dell’educazione presso l’Università di Bologna, è giusto ragionare in termini di equilibrio e di sostenibilità. Inoltre, secondo lui lo studente non andrebbe lasciato solo. “Occorrerebbe garantire un supporto, perché si insegna a scuola ma si impara a casa e l’insegnante oggi ha a disposizione tanti strumenti, come Teams, Zoom e varie chat: perché non mettersi a disposizione con attività di ‘sportello’ sia durante l’anno che in estate? L’orario di lavoro del docente dovrebbe essere di 38-40 ore e lo stipendio adeguato”, ha spiegato.

Quali sono gli ostacoli più grossi?

Per quanto riguarda gli esami di recupero, gli esperti non credono che poche settimane di studio nel corso dell’estate siano sufficienti a colmare le lacune accumulate nel corso di un intero anno scolastico, soprattutto considerando che le scuole mettono a disposizione solo dei corsi di poche ore durante il mese di giugno, quando gli studenti sono già stanchi.

Da un sondaggio condotto da Skuola.net emerge che sono stati soprattutto gli insegnanti di matematica ad assegnare il maggior numero di compiti: se ne lamenta il 38% degli studenti intervistati. Per il 23% dei ragazzi, invece, sono i temi e le letture obbligatorie di italiano a rappresentare l’ostacolo maggiore al godimento delle vacanze estive. I compiti di latino e greco sono troppi per il 15% degli studenti. C’è però un dato positivo: oltre il 70% degli intervistati ha dichiarato di avere intenzione di arrivare a settembre con tutti i compiti già fatti (o quasi).

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