Si presentavano come amici del clan dei Casalesi e la scorsa notte la Squadra mobile di Caserta ha eseguito questa mattina 13 misure cautelari, ordinate dall’ufficio gip di Napoli. Al centro dell’attività investigativa, coordinata dalla Dda di Napoli, diversi episodi estorsivi che gli indagati avrebbero commesso facendo leva sulla loro contiguità alla camorra.
L’indagine ruota intorno ad Oreste Reccia (esponente della fazione Schiavone), e Vincenzo Ucciero (capozona di Villa Literno, fratello di Massimo). Attorno alle loro figure secondo gli inquirenti il gruppo si stava riorganizzando militarmente. Oggetto di indagine anche alcuni video che riprendono i soggetti coinvolti mentre sparano. Sequestrati anche pistole e kalashnikov. I pm (Graziella Arlomede e Francesco Raffaele e Maurizio Giordano) contestano agli indagati diverse estorsioni aggravate dal metodo mafioso, perpetrate con lo scopo di agevolare una organizzazione mafiosa.
I territori in cui si stava rifacendo forte la pressione mafiosa armata sono quelli originari: Aversa, San Cipriano, San Marcellino, Giugliano in Campania a villa Literno.
Carabinieri e Polizia hanno sequestrato le armi che Ucciero e Reccia hanno tirato fuori per riorganizzare a livello militare la cosca.
Nessuna delle vittime, alle quali venivano imposti ratei tra 1000 e 1500 euro, ha avuto il coraggio di denunciare le estorsioni. Anzi. Davanti agli investigatori che li hanno convocati per metterli davanti ai risultati delle indagini, non hanno nascosto il loro terrore per eventuali ritorsioni.
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