Cinema, fumetto e disegno: Mafia liquida nuovo linguaggio

Uno spettacolo tra cinema, fumetto e lavagna luminosa. Nasce così il progetto Mafia Liquida, uno spettacolo di produzione Cinemovel, in grado di raccontare tematiche complesse attraverso diverse forme di linguaggio da quello cinematografico a quello sonoro, dalla live performance al fumetto.

Il progetto Mafia Liquida, riporta in vita storie che spesso sono state dimenticate e lo fa attraverso un linguaggio nuovo in grado di sensibilizzare tutti, dai più piccoli ai più grandi. Il tour di Mafia Liquida è iniziato nel 2014 con la carovana di Libero Cinema in Libera Terra e ha percorso senza fermarsi, l’Italia in lungo ed in largo, portando lo spettacolo nelle piazze, nei teatri, nelle scuole. Nel 2018 anche a Casal di Principe, in piazza Villa.

Cinemovel da dove nasce

Si tratta di una nuova modalità narrativa che Elisabetta Antognoni e Nello Ferrieri, fondatori di Cinemovel per ora chiamano: “cinema disegnato dal vivo”. L’idea di utilizzare il cinema e la lavagna luminosa, in dialogo sullo schermo per dar vita ad un nuovo modo di rappresentare le immagini in movimento, nasce, come quasi tutti i progetti di Cinemovel, nel continente africano. In Senegal, precisamente, in occasione di Charlot in Africa, omaggio all’omino con il bastone e la bombetta per la quarta edizione di Mboro Film Festival / Il Festival della Comunità. Da allora la lavagna luminosa ha continuato a viaggiare con Cinemovel, spostandosi tra il continente africano e quello europeo rivelando tutta la sua forza espressiva e capacità di adattamento in diversi contesti.

Rifiutopoli a Torino per Biennale Democrazia

In occasione della sesta edizione di Biennale Democrazia, Mafia liquida venerdì 29 marzo alle ore 18:30 presso il Teatro Le Musichall di Corso Palestro 14, a Torino.racconterà Rifiutopoli. La conferenza spettacolo, che spiegherà il traffico illegale dei rifiuti ma anche la possibilità di invertire questa pericolosa rotta. attraverso le parole di Enrico Fontana e la lavagna luminosa di Vito Baroncini.

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