Cellulare in classe? Presto potrebbe arrivare il divieto

Il ministro dell’Istruzione Valditara prende posizione in merito all’utilizzo dei cellulari a scuola, ecco cosa cambierà l’anno prossimo

Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara riporta che in occasione del G7, l’istruzione italiana è stata largamente elogiata ma per gli anni prossimi il suo obiettivo sarà quello di migliorarla ulteriormente. 

Vediamo quali sono i punti su cui pensa ci sia ancora da lavorare e soprattutto la possibilità che i cellulari nelle classi elementari e medie potrebbero essere vietati del tutto per favorire la concentrazione degli studenti.

I temi fondamenti per l’istruzione italiana del futuro secondo Valditara 

Il ministro ha voluto porre l’accento sull’importanza di una maggiore personalizzazione della formazione per gli studenti e la valorizzazione dei talenti, attraverso l’introduzione di tutor dedicati. Ma non solo.

Infatti, tiene gli occhi puntati anche sulla tematica STEM, ovvero il superamento del divario di genere tra maschi e femmine in merito alle materie scientifiche, garantendo in futuro opportunità a livello scolastico e lavorativo.

Ma in tutto questo perché i cellulari potrebbero essere una minaccia e che tipo di provvedimenti verranno resi esecutivi nelle scuole?

Cellulari nelle scuole: ecco cosa cambia

Entro le prossime due settimane il governo emanerà le linee guida ma per il momento Valditara ha sottolineato che verrà fortemente sconsigliato l’uso del cellulare in classe e anticipa che il governo starebbe vagliando l’ipotesi di inserire un vero e proprio divieto per le scuole elementari e medie.

studenti in classe
Nuove prospettive e divieti per l’istruzione italiana – Unsplash – ireporters.it

Il divieto riguarda solo l’utilizzo dello smartphone in classe, non in tutta la scuola, e con molta probabilità il corpo docenti di ogni scuola potrebbe accettare di buon grado questa presa di posizione.

Per quanto riguarda l’utilizzo del tablet invece, non c’è l’intenzione di vietarlo, dal momento che si tratta di uno strumento utile ai fini scolastici, soprattutto per chi soffre di dislessia o simili.

Un provvedimento che non stupisce

Valditara si era già espresso in passato su questo tema e con una Circolare aveva già cercato di reprimere l’utilizzo di cellulari nelle classi. Nonostante la Circolare non prevedesse sanzioni disciplinari in caso di utilizzo dello smartphone in classe da parte dello studente.

Ecco come aveva descritto tale provvedimento:

“Distrarsi con i cellulari non permette di seguire le lezioni in modo proficuo ed è inoltre una mancanza di rispetto verso la figura del docente, a cui è prioritario restituire autorevolezza. L’interesse comune che intendo perseguire è quello per una scuola seria, che rimetta al centro l’apprendimento e l’impegno. Una recente indagine conoscitiva della VII commissione del Senato ha anche evidenziato gli effetti dannosi che l’uso senza criterio dei dispositivi elettronici può avere su concentrazione, memoria, spirito critico dei ragazzi.

La scuola deve essere il luogo dove i talenti e la creatività dei giovani si esaltano, non vengono mortificati con un abuso reiterato dei telefonini. Con la circolare, non introduciamo sanzioni disciplinari, ci richiamiamo al senso di responsabilità. Invitiamo peraltro le scuole a garantire il rispetto delle norme in vigore e a promuovere, se necessario, più stringenti integrazioni dei regolamenti e dei Patti di corresponsabilità educativa, per impedire nei fatti l’utilizzo improprio di questi dispositivi”.

Aumentare la consapevolezza dei giovani in merito ai potenziali effetti negativi dei cellulari soprattutto sull’apprendimento è importante, anche e soprattutto perché non vivano questo potenziale divieto come qualcosa di negativo, ma prendano atto a loro volta delle difficoltà attentive che derivano dall’utilizzo prolungato dello smartphone, soprattutto durante le ore di lezione.

La tentazione di entrare sui social o chattare, nella maggior parte dei casi ha la meglio a scapito della concentrazione sulla lezione e questo è un dato di fatto per chiunque si sia trovato negli ultimi anni dall’altra parte del banco.

Non ci resta che attendere e scoprire se il divieto diventerà a tutti gli effetti esecutivo.

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