Tra le 1500 e le 170 denunce, querele, deferimenti o arresti. Un sesto dei soggetti sottoposti a misura alternativa alla detenzione dell’intera provincia di Caserta, si trova a Castel Volturno. Sono questi solo alcuni dei numeri contenuti all’interno della relazione inserita nel numero 3 della raccolta giuridica “Diritti e Giurisdizione”, scritta da Marta Correggia, pubblico ministero napoletano in forze da molti anni alla procura di Santa Maria Capua Vetere. Uno scenario, quello delineato dal giudice, che mette in evidenza come Castel Votlturno abbia numeri da record, per reati e arresti, come se fosse una città metropolitana.
Con ‘appena’ 26 mila abitanti, Castel Volturno si ritrova ad avere numeri da vera e propria città metropolitana. Sul territorio finito nel tritacarne mediatico per la questione dell’espianto degli organi, si registrano numeri da record per quanto riguarda denunce, arresti ed altre misure detentive. Come scritto nella raccolta giuridica “Diritti e Giurisdizione”, scritta dal pubblico ministero Marta Correggia, a Castel Volturno si sono un sesto dei soggetti sottoposti a misura alternativa alla detenzione dell’intera provincia di Caserta. Come scrive Vincenzo Ammaliato su Il Mattino, in totale sono 400 i soggetti in regime alternativo alla carcerazione che si trovano sul territorio castellano.
Tra le varie voci che si trovano all’interno del report, ci sono anche quelle relative a denunce, deferimenti, arresti (con un’incidenza particolare sui reati di tipo predatorio, contro la persona e in materia di spaccio e traffico di stupefacenti) che arrivano a toccare quota 1500-1700. In questo contesto sono circa 4mila l’anno le richieste o le deleghe di altri comandi, con oltre 2mila notifiche. Una mole di numeri a cui bisogna aggiungere anche la presenza di immigrati irregolari. Nella relazione del giudice Correggia, si fa presente che oltre a quelli censiti ci sarebbero almeno altri 18mila immigrati irregolari sul territorio di Castel Volturno, dove imperversa oramai da anni anche il dramma della prostituzione. Numeri alla mano, tenendo conto di un calcolo effettuato dal ministero degli interni sulla produzione giornaliera di rifiuti, si stima che sul territorio ci siamo almeno 50mila residenti. Insomma quasi il 50% della popolazione non sarebbe censito.
“Evidentemente – come scrive la dottoressa Marta Correggia – A Castel Volturno manca un’idea di cittadinanza e l’area è percepita come luogo da sfruttare da parte di chi ha poche risorse economiche e con poco riesce a sistemarsi in questa terra. E’ quindi evidente – continua la Pm, suggerendo delle vie d’uscita dal tunnel – che in un simile contesto l’azione repressiva da sola non basti, nonostante il costante lavoro dei magistrati e delle forze dell’ordine. L’azione punitiva infatti, sebbene importante, rappresenta una soluzione parziale. E’ necessario porre in essere per Castel Volturno delle sistematiche politiche di risanamento ambientale, sociale e territoriale, attraverso il potenziamento dei servizi pubblici e igienico- sanitari, una politica di riqualificazione del territorio che passi attraverso l’abbattimento degli immobili abusivi e la creazione di realtà lavorative lecite e riconosciute che possano fungere da bacino di accoglienza per tutti gli immigrati che vogliono vivere legalmente sul territorio, fornendo ad essi la possibilità di contribuire alla realizzazione di una nuova comunità che sia nello stesso tempo artefice e destinataria della rinascita ambientale e culturale della zona”.
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