di Alessandra Tommasino
Il sindaco replica a Fiore, che annuncia l’occupazione del Comune
“Lo aspettiamo con piacere, venga pure!”: il sindaco di Castel Volturno, Dimitri Russo, commenta così l’annuncio di Roberto Fiore, il leader di Forza nuova che ha affermato di voler occupare il Comune se entro un mese non sarà risolto il problema della mafia nigeriana.
Fiore ha attaccato duramente l’amministrazione comunale che a suo dire non avrebbe agito secondo le sue possibilità. Con il personale ridotto all’osso, scarsità di fondi, forze di polizia che registrano una gravissima carenza di uomini e mezzi, il sindaco Russo ha accolto l’annuncio di Fiore con ironia. “Mi fa piacere che voglia venire – ha detto – anzi mi faccia sapere qual è il suo titolo di studio, così magari mi dà una mano a sostituire qualche dipendente, proprio come a volte capita di fare a noi”. “Magari– ha incalzato il primo cittadino – possiamo metterlo all’ufficio Anagrafe”.
Una provocazione ovviamente di risposta ad un’alt
ra provocazione, che dal sindaco è stata vissuta come l’usuale strumentalizzazione che spesso subisce il territorio di Castel Volturno. Puntualmente nel luogo che oggi è agli onori della cronaca per essere luogo di accoglienza di migliaia di immigrati, arrivano esponenti politici pronti a tirar fuori la bacchetta magica, salvo poi andar via senza aver risolto alcunché.
Dimitri Russo, come l’ Anpi, avrebbe voluto che non venisse autorizzata la manifestazione proprio nel giorno della Memoria e nella piazza intitolata all’eccidio nazista in cui persero la vita diversi cittadini del posto, ma non si è scomposto più di tanto. Ha invitato più volte i manifestanti del gruppo antifascista ad entrare nella sala consiliare, ignorando totalmente il passaggio del corteo di Forza nuova, ma gli attivisti hanno voluto far sentire la propria voce restando all’esterno del municipio.
Fiore aveva già attaccato Russo, chiedendo addirittura al ministro dell’Interno Matteo Salvini di prevedere il commissariamento del Comune. Prima ancora aveva puntato il dito contro lo sgombero del parco Saraceno: Fiore, che aveva preso le difese delle famiglie italiane sottoposte allo sfratto, non era al corrente della soluzione trovata che, dopo anni di precarietà, restituirà alle persone la dovuta dignità.