Castel Volturno, arrestato patron della clinica Pineta Grande. Domiciliari per Vincenzo Schiavone. Coinvolto un tecnico ed un funzionario Soprintendenza
Arresto ai domiciliari per Vincenzo Schiavone, amministratore di fatto della struttura sanitaria “Casa di Cura Pineta Grande”, di Castel Volturno e dominus della direzione gestionale riguardante i lavori di ampliamento della stessa, della misura cautelare del divieto di dimora nella Regione Campania a carico di Domenico Romano, tecnico di parte della struttura sanitaria e della misura interdittiva della sospensione dell’esercizio dei pubblici uffici per anni uno, a carico di Giuseppe Schiavone, funzionario della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Caserta.
La misura cautelare è stata eseguita dal Nucleo Investigativo Carabinieri di Caserta su ordinanza emessa dal GIP del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Si tratta di un proseguimento dell’indagine in merito ad una molteplicità di vicende illecite che aveva coinvolto anche il geom. Carmine Noviello nella sua veste di responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale di Castel Volturno e che aveva fatto emergere l’esistenza di un sistema di connivenze, collusioni tra la parte pubblica e la parte privata, nelle persone di tecnici privati e di imprenditori, con interessi economici rilevanti sul territorio castellano. Uno tra questi, appunto, Vincenzo Schiavone.
Il 16 settembre del 2019, lungo lo stesso filone di indagine, era stato emesso un decreto di sequestro preventivo dal GIP del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere confermato dal Tribunale del Riesame riguardante le opere di ampliamento, in corso di realizzazione, presso la struttura sanitaria Pineta Grande di Castel Volturno per abuso edilizio. Secondo gli inquirenti, le complesse risultanze probatorie ed investigative, hanno fatto emergere come l’ampliamento, in corso di realizzazione della Casa di Cura Pineta Grande, autorizzato con delibere del Consiglio Comunale e successivi permessi di costruire si ponesse in palese violazione della normativa riguardante la realizzazione o l’ampliamento di strutture sanitarie.
Il Gip prima ed il Tribunale del Riesame poi, hanno validato le illegittimità contestate dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, in particolare: le contestazioni di abuso di ufficio e falsità in atti pubblici, commessi da Romano Domenico e Schiavone Giuseppe, in relazione alla gestione della pratica di sanatoria relativa ad alcuni locali di proprietà della Clinica “Pineta Grande” di Castel Volturno; le ipotesi di corruzione, falsità in atti pubblici, rivelazioni di segreto di ufficio ed abuso di ufficio a carico di Schiavone Vincenzo, Romano Domenico e Noviello Carmine, con risultanze investigative che hanno fatto emergere come l’Utc di Castel Volturno, si ponesse a completa disposizione delle esigenze imprenditoriali di Pineta Grande, nell’ambito di dinamiche illecite per superare le problematiche legate alla impossibilità di acquisire la verifica di compatibilità dell’intero progetto di ampliamento, con il fabbisogno sanitario regionale e consentendo la sostituzione delle tavole progettuali, con modifica e trasformazione dei posti letto ospedalieri, in posti letto accompagnatori/foresteria. A carico di Schiavone Vincenzo, Romano Domenico e Schiavone Giuseppe, è stata contestata anche falsità in atti pubblici ed abuso di ufficio, con riferimento agli aspetti paesaggistici, laddove sono emerse dinamiche illecite instaurate tra lo staff tecnico di Pineta Grande e il Funzionario della Soprintendenza.
Il Gip, nelle motivazioni dell’ordinanza cautelare, ha sottolineato come Vincenzo Schiavone, sia stato in grado di creare una serie di relazioni che gli hanno consentito di accedere a vari livelli istituzionali per ottenere agevolazioni e per soddisfare i propri interessi imprenditoriali ed è persona capace di assoggettare gli uffici pubblici locali alle proprie esigenze personali. Sintomatico della sua attitudine ad inquinare le prove è stato, inoltre, il tentativo di avvicinare l’organo inquirente titolare delle indagini, una volta venuto a conoscenza, attraverso i provvedimenti già emessi, del procedimento pendente a suo carico.
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