Caso don Mottola, Cavaliere accusa la diocesi di Aversa: “Non denuncia”

Tiene ancora banco il caso don Mottola, scoppiato in seguito al video de ‘Le Iene’ [GUARDA QUI]. Sul fatto è intervenuto l’avvocato Sergio Cavaliere che da tempo segue le vicende delle vittime di violenza. La diocesi di Aversa aveva fatti sapere che “i fatti in questione sono già stati oggetto di intervento da parte di questa Diocesi con decreto di sospensione immediata del sacerdote dall’ufficio di parroco e allontanamento immediato dalla stessa parrocchia, lo scorso 25 maggio”.

“Denunciare alla magistratura”

L’avvocato Sergio Cavaliere del movimento ‘Non Abbiate Paura’ interviene sul caso don Mottola e dice: “I recenti sviluppi sulle accuse di abusi sessuali su minore contro don Michele Mottola rendono chiaro che le autorità ecclesiastiche ancora una volta si sono dimostrate negligenti. Non hanno informato della notizia di reato la Procura. Se è vero che non sussiste l’obbligo per la diocesi di informare l’Autorità Giudiziaria, una norma di prudenza e buon senso dovrebbe indurre le autorità ecclesiastiche a informare la Magistratura, essendo reati perseguibili d’ufficio”. Secondo Cavaliere si fa urgente la “necessità che il Legislatore imponga detto obbligo a chiunque venga a conoscenza di detti reati su minori, essendo soggetti deboli che difficilmente denunceranno autonomamente. Dispiace, che ancora una volta, invece di informare direttamente la Magistratura, sia stato permesso alla diocesi di venire a conoscenza di accuse che dovevano restare nel segreto delle indagini per permette agli investigatori di servirsi libera dei propri poteri”. L’avvocato è rammaricato perché “per mesi le drammatiche richieste di aiuto della bambina sono rimaste inascoltate, o peggio, non sono state credute”.

La diocesi di Aversa

Intanto la diocesi retta dal vescovo Angelo Spinillo proprio ieri aveva fatto sapere che per i “i fatti in questione sono già stati oggetto di intervento da parte di questa Diocesi con decreto di sospensione immediata del sacerdote dall’ufficio di parroco e allontanamento immediato dalla stessa parrocchia, lo scorso 25 maggio”. Inoltre aveva sottolineato che “tale sospensione disciplinare cautelativa, in attesa di procedimento giudiziario canonico, è stata emanata nel giorno immediatamente successivo alla segnalazione dei fatti” e “che la segnalazione di tali fatti è stata presentata da un gruppo di alcuni fedeli che a questa scopo hanno accompagnato la mamma della minore”. La stessa Diocesi scrive di aver “fornito ai familiari della minore la propria collaborazione affinché fosse sporta anche regolare denuncia alle autorità giudiziarie” e che ““attualmente al sacerdote non è permesso celebrare pubblicamente o avere contatto di tipo pastorale con nessun gruppo di fedeli, e che “sono in atto i procedimenti giudiziari sia canonico che civile presso i rispettivi tribunali”.

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