di Antonio Pisani– Rifiuti, continua l’agitazione al Comune di Caserta con la Ecocar, Prefettura e Banca schierati insieme contro l’amministrazione comunale che intende trattenere 2milioni di euro come penale. Intanto i dipendenti sono senza stipendio e la raccolta è a singhiozzo.
È in atto da settimane, tra il Comune di Caserta e l’Ecocar, l’azienda che effettua la raccolta dei rifiuti solidi urbani, un braccio di ferro che ha già portato al blocco parziale della raccolta e alla proclamazione di uno sciopero per ora solo rinviato. Da premettere che l’appalto è scaduto da un anno – inizio 2018 – e più o meno dallo stesso periodo l’Ecocar ha ricevuto un’interdittiva antimafia e opera in regime di proroga, gestita da commissari di nomina prefettizia; nel frattempo il Comune di Caserta ha tardato ad organizzare la nuova gara, quindi la procedura, incardinata presso l’Asmel (stazione unica appaltante), è stata sospesa dopo che sono emersi tentativi di condizionamento della camorra, su cui indagano i pm antimafia napoletani, che hanno coinvolto anche il sindaco Carlo Marino, cui sono stati perquisiti studio e abitazione.
Ebbene da giorni, i dipendenti Ecocar sono in agitazione per uno stipendio arretrato e raccolgono a singhiozzo; ciò perché il Comune, fino a due settimane fa, doveva tre canoni all’Ecocar, circa tre milioni di euro relativi agli ultimi tre mesi del 2018. Un canone (dicembre) è stato pagato, e di conseguenza sono stati versati il salario arretrato ai lavoratori. Ma gli altri due canoni, circa due milioni di euro, il Comune non vuole assolutamente corrisponderli, anzi vuole trattenerli a titolo di penale, tenuto conto che il protocollo di legalità cui il Comune aderisce, dà la possibilità all’amministrazione appaltante di trattenere il 10% dell’intero importo dell’appalto in caso di problemi antimafia dell’azienda, come nel caso dell’Ecocar; essendo il valore dell’appalto di circa 60 milioni, il Comune pretende in totale dall’azienda quasi sei milioni.
Ma questo atteggiamento non trova concorde ovviamente l’Ecocar, ma anche la prefettura di Caserta, che ha fatto notare all’ente che il protocollo di legalità è ormai superato dal nuovo codice degli Appalti, e che al massimo il Comune potrebbe pretendere una piccola parte dei sei milioni, visto che Ecocar solo da un anno è interdetta, e non dall’inizio dell’appalto (2013). Dal canto suo l’azienda ha già osservato che nel caso in cui il Comune dovesse trattenere i canoni, non avrebbe più la capacità economico-finanziaria per portare avanti l’attività di raccolta.
C’è poi una terza parte coinvolta, ovvero la Banca cui Ecocar ha ceduto i due canoni, che ora sta battendo cassa al Comune, che non ne vuole sapere. Un pasticciaccio che si poteva evitare con buon senso e buona amministrazione. Intanto i sindacati, spesso silenti di fronte alle assunzioni sospette o all’inefficienza del servizio erogato da Ecocar, hanno proclamato una giornata di sciopero per oggi, ma la riunione prontamente convocata dall’azienda ha portato ad uno slittamento della protesta. I 180 lavoratori stanno sul piede di guerra, guidati dal coordinatore operativo Giuseppe Zampella, ancora in sella nonostante, dal giugno 2018, abbia raggiunto la soglia legale che costringe al pensionamento per vecchiaia (66 anni e sette mesi).
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