I terreni sui quali erano state costruite case abusive, poi abbattute, saranno venduti all’asta. Si parte da un prezzo base. L’obiettivo è fare cassa dopo l’esborso per le demolizioni.
di Tina Cioffo
Le case erano abusive e sono state abbattute ma ora i terreni che sono al patrimonio comunale vengono messi all’asta. Accade a Casal di Principe con un problema di abusivismo edilizio che coinvolge oltre 1500 abitazioni. Gli uffici comunali per poter rispettare l’ordine della Procura del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere devono ogni volta ricorrere a dei mutui per far fronte al costo della ruspa e del successivo smaltimento dei rifiuti di demolizione. Ora, per fare cassa i terreni sui quali erano state costruiti immobili fuori legge saranno venduti. L’asta pubblica sarà aperta lunedì 15 marzo alle 15, 30 presso la casa municipale di via Matteotti. In elenco c’è il terreno in via di 1.172 mq, in via Gaspare Spontini al prezzo base di 45mila euro al netto degno oneri fiscali e c’è il terreno in via Vecchia Di Vico, di 858 metri quadrati, zona agricola, al prezzo di 15mila euro. L’incanto verrà svolto col metodo delle offerte segrete, in aumento con un rialzo di almeno il 10% rispetto al prezzo. Il responsabile del procedimento, Raffaele Vella e l’assessore comunale, Vincenzo Noviello, ai lavori pubblici, fanno sapere che il bando, gli allegati e altre informazioni possono essere desunte dal sito dell’Ente www.comunecasaldiprincipe.it.
In via Vecchio Di Vico, il palazzetto di tre piani era stato costruito in assenza di titoli abilitativi, di permesso a costruire e senza autorizzazione sismica. In via Spontini al civico 16, il proprietario della casa abusiva e poi abbattuta, aveva costruito su una discarica poi bonificata. Sotto il braccio meccanico a soli tre metri dal suolo emersero bidoni di pittura e vernici industriali, pezzi di autovetture come sedili, radiatori e parti meccaniche, vetro, plastica di bottiglie e cassette generalmente usate per contenere prodotti dell’agricoltura. A denunciare l’abuso edilizio era stata la moglie del proprietario, originario di San Cipriano D’Aversa ma trasferitosi a Formia e di professione imbianchino. La donna denunciò il marito dopo l’avvio della difficile e non consensuale separazione matrimoniale. Dieci anni di carteggi con tre diversi sequestri, il primo dei carabinieri mentre il secondo ed il terzo della polizia municipale fino all’atto definitivo, a febbraio del 2016.
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