Scattano i sequestri a Casapesenna dove la Dia di Napoli, su decreto del Gip del tribunale di Napoli su richiesta della Dda, ha eseguito il sequestro preventivo di due ville ed un’attività commerciale riconducibile ai fratelli dell’ex boss dei Casalesi, Michele Zagaria di Casapesenna. I tre beni hanno un valore complessivo di circa 3 milioni di euro.
La pratica è in uso a chi ha problemi con la legge e dunque si libera dei beni che potrebbero essergli confiscati, intestandoli fittiziamente ad altre persone. Niente di nuovo sotto il sole di Casapesenna nemmeno per la famiglia Zagaria di Michele Zagaria alias “capastorta”.
Le due ville dei fratelli e delle cognate del capoclan casapesennese, oggi ergastolano e quindi con fine pena mai, sono state sequestrate dalla Dia di Napoli in un’operazione che vale poco più di 3milioni di euro. Destinatari del provvedimento, firmato dal gip di Napoli, sono: Antonio Zagaria, Pasquale Zagaria e Carmine Zagaria, Tiziana Piccolo, Patrizia Martino e Francesca Linetti, insieme a Luigi Diana conosciuto come ‘o riavul’ e ritenuto dagli inquirenti vicinissimo alla famiglia di Zagaria per quel che riguarda i comuni interessi criminali. Diana è stato già condannato per estorsione ai danni del caseificio Garofalo.
Tra i beni sottoposti a sequestro preventivo c’è una lussuosa villa a Casapesenna, di Antonio Zagaria e della moglie Patrizia Martino, raggiunta da divieto di dimora nel Comune perché indagata per ricettazione. L’immobile, valutato oltre un milione di euro, era stato acquistato per 300mila euro già ristrutturato e arredato. Il secondo immobile è un’altra villa lussuosa, di proprietà di Pasquale Zagaria e della moglie Francesca Linetti, anche lei destinataria di divieto di dimora a Casapesenna per ricettazione; l’abitazione, che vale più di 1,5 milioni di euro, era stata costruita su un terreno che il fratello del capoclan aveva estorto obbligando il precedente proprietario ad accettare 60mila euro.
Il terzo immobile è un negozio di abbigliamento, che risulta di proprietà di Carmine Zagaria e intestato alla moglie, Tiziana Piccolo, anche lei raggiunta da divieto di dimora per ricettazione.
A tutti è stato contestato il reato di trasferimento fraudolento di valori; a Pasquale Zagaria è stata contestata l’estorsione nei confronti dei precedenti proprietari e, insieme alla moglie e a Marcella Maccariello, è accusato di trasferimento fraudolento di valori per aver intestato alla donna fittiziamente la loro proprietà; lo stesso capo di accusa per Carmine Zagaria e la moglie, per aver intestato fittiziamente il negozio. Gli indagati hanno ricevuto un avviso di conclusione delle indagini preliminari. I beni sono affidati a un amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Napoli.
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