B, tra giovedì e venerdì, era in servizio da capo pattuglia ed erano le 23.15, quando di passaggio tra
San Cipriano d’Aversa e Casapesenna ha visto del fumo nero, proveniente da via Calitta. B. ed il collega avevano pensato che potesse essere un rogo di rifiuti e portandosi sul posto avrebbero poi chiamato i vigili del fuoco. Arrivati a via Calitta lo scenario è apparso però, completamente diverso. Non erano rifiuti che bruciavano ma un’intera azienda bufalina con 300 animali impauriti e sicuramente consegnati alla morte, se B. non avesse deciso di intervenire. Una frazione di secondi e la situazione si fa seria.
L’atto eroico
Mentre il collega resta in auto in attesa dei vigili del fuoco, B. scavalca il muro di cinta ed entra nella masseria. Il tetto stava bruciando e candendo sulle bufale ed è in quel momento che il poliziotto apre il recinto e fa uscire gli animali. Sembra fatta ma non è cosi. Le bufale tornano indietro e la mandria rischia di investire B. in pieno. Il poliziotto trova riparo schiacciandosi vicino ad una parete. Le bufale sono impazzite e finisce che B. cade in una vasca di letame.
Il timore di non farcela
“Ho pensato di non farcela, sebbene facessi di tutto per risalire venivo ritirato in basso come se mi trovassi in sabbie mobili“, racconta B. Uscendo dalla vasca si frattura perone, tibia e malleolo. La pistola nell’ urto si rompe. Finalmente però arrivano i soccorsi. I vigili, dopo 40 minuti e poi anche l’ambulanza. B. ha salvato 300 bufale e ha evitato che l’azienda venisse rasa al suolo.
Fuoco di estorsione
Che il rogo sia stato doloso sembra oramai cosa certa. É probabile che alla base ci sia una richiesta estorsiva ai danni dei titolari. Altre fiamme avevano divorato un trattore a 200 metri dal capannone. Gli inquirenti indagano per fare luce e anche per capire se l’episodio sia unico o una preoccupante tappa di una regia più complessa.