Casapesenna: canoni idrici, anomalie nelle notifiche e nel recapito

Alcuni casapesennesi avanzano dubbi sulle notifiche degli avvisi di pagamento e ritengono che sia leso il loro diritto alla difesa, configurando un falso.

La questione riguarda i canoni idrici e le notifiche di avviso di pagamento che alla data di consegna sarebbero prescritti, evidenziando una responsabilità degli uffici comunali che sarebbero responsabili del mancato accertamento. Il giro di carte tra protocollo comunale e poste private, cui si affida il Comune di Casapesenna, dice però il contrario. I casi che dimostrano la presenza di anomalie sono diversi e dalle testimonianze è evidente che qualcosa non quadra.

400 notifiche mancate

Ma andiamo ai fatti. Il 9 dicembre 2019 un messo comunale di Casapesenna deposita 400 avvisi di pagamento al Comune, dichiarando di non aver trovato i destinatari degli atti. Possibile? È credibile che nessuno dei 400 destinatari fosse rintracciabile? Casapesenna è un paese di appena 3 chilometri quadrati e risulta inverosimile che un messo comunale, incaricato di notificare 400 avvisi, trovi il paese deserto. Come mai i 400 destinatari desaparecidos non sono stati in alcun modo avvisati, da un vicino o un conoscente? Il messo non doveva notificare gli atti in una metropoli ma in un paese con un’urbanizzazione fitta e dai rapporti sociali intensi, dove si conoscono un pò tutti. Ma andiamo avanti.

Raccomandata con posta privata dopo 40 giorni

Successivamente, quelli che erano 400 avvisi di pagamento da recapitare pro manibus diventano 400 raccomandate, per il cui invio gli uffici comunali di Casapesenna incaricano una posta privata che dall’accettazione alla consegna avrebbe dovuto impiegarci 4 o 5 giorni. E’ scritto così, nella carta servizi della posta privata Integra incaricata e che ha sede a Giugliano. Il problema però, è che per questi avvisi di pagamento nulla va così come dovrebbe andare. La raccomandata non viene infatti recapitata nel tempo indicato ma ben oltre 40 giorni. Come si spiega? Difficile da giustificare e induce a pensare ad un modus operandi con l’unico fine evitare che il contribuente possa far valere la prescrizione dell’atto. Se così fosse i falsi commessi sarebbero certamente da indagare.

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