Rifiuti dati alle fiamme, il superamento dell’emergenza passa attraverso un’azione di contrasto e di promozione di soluzioni.
“Dopo un calo dei roghi tossici in Campania del 20% durante il periodo del lockdown, abbiamo assistito ad un incremento fino alla stabilizzazione a livelli ormai standard, ovvero 150 roghi in media al mese. Ma dobbiamo fare un passo in avanti, e intensificare la pressione sui campi nomadi”, è quanto ha spiegato il viceprefetto Filippo Romano incaricato nazionale per il contrasto dei roghi, intervenuto a Casa don Diana, bene confiscato gestito dal Comitato don Peppe Diana, all’incontro promosso dal Consorzio Polieco. Sottolineando che da diversi mesi vanno avanti gli Action Day nei comuni delle province di Napoli e Caserta ricadenti nell’area cosiddetta “Terra dei Fuochi”, Romano ha evidenziato la natura dei controlli cui prendono parte tutte le forze dell’ordine, l’Esercito e i tecnici di Arpac e Asl, che si concentrano su determinate filiere produttive, dai meccanici ai gommisti, dagli artigiani alle piccole imprese. Centinaia i sequestri di aziende spesso in nero, di aree ridotte a discariche abusive. “Ci preoccupa il cittadino che getta rifiuti in strada, ma più l’imprenditore che per risparmiare sui costi di smaltimenti immette il suo rifiuto in un canale illecito”, ha detto Romano, che ha annunciato interventi per prevenire roghi nei campi nomadi. “Le persone che vi vivono sono – ha aggiunto il viceprefetto- spesso responsabili di parte dei roghi tossici che avvengono sul territorio, e lo abbiamo visto dopo il lockdown, quando le attività illecite attorno a tali insediamenti sono aumentate”. Romano ha insistito anche sull’importanza e l’urgenza di realizzare gli impianti per i rifiuti, come quelli per il compostaggio, ovvero per la frazione umida.
L’incontro con la partecipazione del viceministro alla salute, Pierpaolo Sileri e del generale dei Carabinieri forestali, Ciro Lungo, ha annunciato anche i lavori del Forum internazionale sull’economia dei rifiuti che si terrà venerdì 2 e sabato 3 ottobre a Napoli, all’Hotel Royal Continental, promosso sempre dal Polieco. Per Claudia Salvestrini, direttrice del Consorzio Polieco, che monitora i flussi dei rifiuti in polietilene, “purtroppo in questi anni il sistema viziato di raccolta, basato soprattutto sulla quantità e non sulla qualità , ha lasciato che gli imprenditori del settore si trasformassero in meri commercianti dei rifiuti, senza che si investisse in nuove tecnologie. Il sistema va cambiato, altrimenti continueremo a ritrovarci rifiuti che partono dal nostro Paese e anche dalla Campania per raggiungere mete estere o per finire in fiamme negli impianti di trattamento, in evidente difficoltà per l’avvio a smaltimento delle frazioni residue. L’emergenza Covid ha evidenziato ancora di più i problemi del settore e forse proprio la crisi globale può diventare l’opportunità per ripensare a nuovi modelli di economia circolare e green”.
L’incontro, che ha visto anche la partecipazione del coordinatore del Comitato Don Peppe Diana Salvatore Cuoci, dell’assessore all’ambiente del Comune di Casal di Principe Mirella Letizia e del presidente del consorzio Nco Simmaco Perillo.
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