Sull’esempio di don Peppe Diana, nasce il Polo sociale per migranti a Casal di Principe, nel bene confiscato di via Urano gestito e sede del Comitato don Peppe Diana. Ogni giorno, un team di professionisti lavorano per l’integrazione socio lavorativa dei migranti, dando risposte concrete. L’obiettivo del progetto è l’emersione del caporalato.
articolo di Tina Cioffo
A Casal di Principe nel bene confiscato Casa don Diana, sede del Comitato don Peppe Diana è nato un Polo Sociale per migranti. L’obiettivo è sostenere l’integrazione socio-lavorativa dei migranti e favorire la prevenzione, il contrasto e l’emersione di casi di sfruttamento lavorativo. Le attività sono state già avviate da qualche settimana e sabato 26 febbraio alle ore 15,30 lo staff del Polo presenterà le prime esperienze. Le diverse culture si incontreranno, condividendo esperienze e cibo, a ritmo di musica etnica. L’inaugurazione degli Sportelli sarà anche l’occasione per dare il via al calendario di iniziative in memoria di don Giuseppe Diana, visto l’approssimarsi del 19 marzo e dunque della data che annualmente porta a Casal di Principe e attorno ai temi della memoria delle vittime innocenti della camorra, riflessioni e occasioni di incontro. “L’esempio di don Giuseppe Diana che nei primi anni 90 già aveva tentato di dare delle risposte concrete di accoglienza ai migranti ci ha indotto– commenta Salvatore Cuoci, coordinatore del Comitato don Peppe Diana- a metterci ancora alla prova. Lo faremo tenendo presente la rete sociale insieme a tutte le sensibilità già attive sul territorio e chiedendo fin da ora l’aiuto di tutti coloro che possono offrire un sostegno”. Don Peppe Diana nella parrocchia San Nicola di Bari, di cui era parroco fino al momento del suo omicidio per mano del clan dei Casalesi, accolse non solo migranti provenienti dall’Africa ma anche donne dell’est Eurpoa, spesso sfruttati proprio dal sistema criminale che molte volte il sacerdote casalese aveva denunciato nel corso delle sue omelie. Fu un primo tentativo di accoglienza che don Diana sperimentò nei locali parrocchiali. Un datato video amatoriale postato su Youtube dalla redazione di Pupiatv, mostra la convivialità di quel senso di protezione che i migranti vivevano.
“Ricordo ancora una sera in particolare. Eravamo a cena – dice Augusto Di Meo amico del prete che fu ucciso sotto i suoi occhi- e don Diana per incoraggiare un immigrato a mangiare della pasta, cominciò ad imboccarlo così come si fa con i bambini”. Diversi altri tentativi di accoglienza si sono poi avuti negli anni ed il desiderio di lavorare ad una integrazione reale, in provincia di Caserta non si è mai fermato. “A Casa don Diana – spiega Agostino Morgillo, coordinatore del Polo sociale a Casal di Principe- Ogni giorno e secondo un calendario già programmato ci sono dei professionisti particolarmente sensibili, operatori sociali, mediatori linguistico culturali e animatori di comunità, in grado di dare delle risposte concrete per l’autonomia economica e abitativa mediante un nuovo modello di economia sociale”.
L’attività rientra nell’ambito del progetto ‘AgriCultura- Coltivare Diritti’ che conta in tutto 7 Poli sociali attivati anche nei comuni di Castel Volturno, San Cipriano d’Aversa, Cancello ed Arnone, Villa Literno, Mondragone, Giugliano in Campania. “Agricultura – Coltivare Diritti” nasce dalla co-progettazione con la Regione Campania (interventi Su.Pr.Eme Italia e P.I.U. Su.Pr.Eme. finanziati con fondi AMIF e PON) e da una larga rete sociale promossa da Cidis in collaborazione con il Consorzio NCO- Nuova Cooperazione Organizzata che ha avviato un Polo Sociale a Castel Volturno nell’area di Destra Volturno dove c’è un’accentuata presenza di migranti. Tra le attività anche la prestazione sanitaria itinerante che dal giovedì alla domenica, grazie alla collaborazione di Pubblica assistenza San Michele Onlus e di V.O.L.A associazione ONLUS, assicurano cure e prevenzione. Vengono somministrati, laddove richiesto e ritenuto, anche test di prevenzione Covid, HIV, PapTest, Mantoux. I migranti vengono anche aiutati nel disbrigo delle pratiche burocratiche come l’iscrizione al Sistema Sanitario Nazionale, scelta del medico e del pediatra di base, prenotazioni di esami e visite specialistiche, invalidità.