Assembramento nei pressi della chiesa Spirito Santo di Casal di Principe, questo il motivo che ha fatto scattare la multa per un parroco locale..
Fino ad oggi è ancora in vigore la quarantena dettata dal governo per l’emergenza coronavirus, con essa anche le celebrazioni religiose sono state sospese a causa del divieto di assembramenti. Nonostante tutto nei pressi della chiesa Spirito Santo di Casal di Principe il 1 maggio si stava organizzando la celebrazione del rosario. Una manifestazione religiosa che prevedeva a tutti gli effetti l’assembramento di persone, già riunite e pronte per pregare.
La cosa è stata notata da un cittadino di Casal di Principe che ha deciso di intervenire. Nello specifico Giovanni Caterino, nel suo giro quotidiano, come volontario della protezione civile si è sentito in diritto di intervenire per scongiurare il pericolo. Bisogna ricordare, infatti, che nonostante da domani si parte per la fase 2 l’emergenza coronavirus è tutt’altro che superata e più esperti, compreso il professor Paolo Ascierto, chiedono il distanziamento sociale anche tra gli stessi familiari per evitare una seconda ondata che sarebbe devastante sia dal punto di vista della salute, sia per l’economia.
Nonostante questo alto rischio il rosario era stato comunque programmato, per questo il volontario della protezione civile ha cercato prima di far ragionare i presenti. Il dialogo però non è però andato a buon fine. A quel punto ha deciso di avvisare i carabinieri che dopo essere intervenuti sul posto hanno bloccato la manifestazione ed hanno elevato una multa al parroco.
Sulla vicenda è intervenuto lo stesso Gaiovanni Caterino, che in un post ha voluto chiarire:
Dopo che tutti si sono sentiti in dovere di dire la propria opinione senza conoscere i fatti forse dovrei dire qualcosa io, visto che sono il diretto interessato. Posso dire che la situazione è alquanto strana, perché le persone che affermano che non ci fosse nessuno a Piazza Villa mentre il parroco diceva il rosario sono le stesse che conoscono il numero preciso di fedeli e la loro distanza di sicurezza. Allora mi chiedo come fate a sapere? Non è importante, vi faccio parlare, perché se non ci fossero state le condizioni per constatare il reato, i carabinieri non avrebbero potuto sanzionare il parroco, questa è la verità. Amo Casal di Principe ma questo Paese da sempre, ha la capacità di distorcere la realtà, si preferisce giustificare un atto illegale piuttosto che accettare che rispettare la legge sia la cosa giusta. Il mio gesto non fa parte di crociata contro la fede e la chiesa ma la mia intenzione era tutelare la salute della mia famiglia, dei miei amici e dei Casalesi. Credo che Il problema principale sia l’omertà, purtroppo questo retaggio culturale, che abbiamo ereditato è ancora duro da eliminare. Tralasciando le offese, gli insulti e le minacce da parte dei “fedeli” e di chi stava dicendo il Rosario, tra l’altro credo che inveire contro una persona non faccia parte degli insegnamenti di Dio, ho visto tanta solidarietà nei miei confronti. Sinceramente guardo solo il lato positivo di questa vicenda e credo che siamo sulla strada giusta per il cambiamento, la rivoluzione culturale è iniziata!
P. S.
Si può non condividere un’opinione ma insultare, minacciare, eliminare post sui gruppi del Paese e bannare chi non ha il tuo stesso modo di pensare mi sembrano comportamenti da persone limitate che non accettano il dialogo.
Quando si parla di insulti è perché sotto un post, poi successivamente rimosso da alcuni gruppi social locali erano apparsi anche commenti molto spiacevoli come quello che viene riportato di seguito.
Nonostante abbia agito per il bene comune, dopo poche ore “Giovanni, invece di ricevere incoraggiamento per ciò che ha fatto riceve minacce e accuse, vengono rimossi alcuni suoi post dove spiega il fatto e si ritrova a doversi difendere dai compaesani che lui stesso intendeva difendere perché, sostanzialmente “si è messo contro la chiesa” scrive Roberto Fusciello presidente dell’associazione Post che attraverso un post si è voluto schierare dalla parte del volontario della protezione civile. “A Giovanni va il mio ringraziamento perché con questo gesto ha mostrato senso civico, ha fatto rispettare la legge, cercato di difendere la nostra salute ed ha forse contribuito a non far diventare questa piccola manifestazione (che nasce sicuramente con tanta buona fede) in un problema più grosso per l’intera comunità come nel caso di un comune campano che fu letteralmente chiuso da De Luca in seguito ad un assembramento simile” ricorda Fusciello.
Quanto avvenuto a Casal di Principe non è un fatto insolito, poiché in questo periodo di quarantena ci sono stati altri episodi che hanno incrementato la diffusione del coronavirus. Basta ricordare il raduno religioso nel Vallo del Diano, dopo il quale 16 persone sono state contagiate ed ha costretto la Regione Campania a mettere in quarantena quattro comuni: Sala Consilina, Polla, Atena Lucana e Caggiano. Ma più recentemente, solo ieri, anche il prefetto di Barletta Andria Trani, Maurizio Valiante, è intervenuto etichettando come “grave ed ingiustificato l’assembramento” che si era verificato all’esterno della Cattedrale di Barletta prima dello svolgimento della funzione liturgica in onore della Sacra Effige della Madonna dello Sterpeto.
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