Casal di Principe, Nco a rischio chiusura scatena reazioni. Obiettivo è nuovo sistema regionale.
Ottanta cooperative hanno già chiuso e ora per il mancato pagamento dei budget di salute, il rischio di chiusura è anche per il ristorante pizzeria sociale Nco di Casal di Principe, costituitasi il 1 agosto del 2007 per dare un’opportunità di lavoro a soggetti svantaggiati attraverso i piani terapeutici individualizzati. L’annuncio di Antonio De Rosa, presidente della cooperativa Agropoli che gestisce il ristorante sociale ubicato in un bene confiscato alla camorra, in via Giacosa, ha scatenato una catena di reazioni. L’obiettivo dei cooperatori dell’Agropoli di Casal di Principe non è solo percepire i fondi che aspettano da 30mesi ma arrivare ad una nuova programmazione dei tempi e delle modalità certe dei pagamenti dei servizi sociali erogati. “Un sistema già applicato per i grossi centri e che metterebbe le cooperative a pari trattamento”, ha spiegato De Rosa.
Le reazioni: “Non può e non deve accadere”
“Immaginare che persone con disabilità perdano il lavoro, la speranza di un futuro nel sud di Italia dove con estremo coraggio i cittadini costruiscono nuove prospettive non può e non deve succedere”, ha immediatamente commentato il presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Nicola Morra. Il CSV di Caserta, apprende questa notizia con sgomento. “È impensabile che quella che si è segnalata in questi anni come una pratica virtuosa di riscatto territoriale, non abbia trovato un adeguato sostegno e appoggio in un’area che avrebbe bisogno di 10, 100, 1000 realtà come quella che ci sta abbandonando. Con la chiusura di NCO, che negli anni è stata teatro di così tante iniziative per la legalità , ci ritroviamo tutti più poveri: e se una realtà così consolidata è stata ridotta allo stremo, non possiamo che temere per un futuro sempre più triste per il sociale”.
Il Comitato don Peppe Diana e Libera Caserta si schierano con convinzione accanto alla cooperativa sociale Agropoli. “La situazione è grave ed insostenibile perché non si può chiedere a degli animatori di comunità che con passione e dedizione svolgono delle funzioni sociali, di rimanere senza stipendio per oltre due anni, addirittura anticipando somme per onorare contratti, fatture e prestazioni. La chiusura della Nuova Cucina Organizzata è una sconfitta di tutto un territorio e di tutte quelle persone che in questi anni hanno resistito alla barbarie mafiosa facendo del recupero dei beni confiscati uno dei punti principali per costruire comunità sane e alternative alla camorra. Non ci arrenderemo in modo passivo alla burocrazia che uccide, ai malintesi, ai rimbalzi di responsabilità”, scrivono il Comitato don Diana e Libera e aggiungono: “Ma non è una questione di soldi. E’ la chiusura di un numero considerevole di cooperative, di esperienze e di capitale sociale che rischia di sparire per l’inerzia e l’assenza di chi è chiamato tra Regione, ASL, Comuni a dare risposte e a trovare soluzioni stabili e idonee per continuare a tutelare i diritti dei più deboli assicurando parità di trattamento tra tutti i soggetti coinvolti”.
La Regione deve intervenire
“Il sistema di erogazione del fondo sociale regionale a beneficio delle cooperative che gestiscono i budget di salute, attraverso gli enti d’ambito, si è rivelato assolutamente fallimentare. Parliamo di strutture, come la Nco,che svolgono un’opera fondamentale di reinserimento lavorativo di pazienti con disabilità psichiche, le cui fonti di finanziamento passano per Comuni molti dei quali già fanno fatica a garantire i servizi essenziali”, Così il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle e segretario della Commissione anticamorra della Regione Campania, Vincenzo Viglione. “Non è più possibile restare indifferenti a un grido d’allarme lanciato oramai da tre anni. La sopravvivenza di queste realtà va garantita in un unico modo, ovvero equiparandole ai Centri assistenziali accreditati che beneficiano, invece, delle anticipazioni economiche“, ha aggiunto il consigliere pentastellato. “La chiusura annunciata del ristorante sociale Nuova Cucina Organizzata, realizzato in un bene confiscato alla camorra, ove mai dovesse concretizzarsi, non potrà che essere considerata una sconfitta per tutti. Va assolutamente evitata con assoluto buonsenso e una riorganizzazione del sistema di gestione ed erogazione, considerata la portata enorme del fine sociale in una terra martoriata come la nostra”, ha detto ancora Viglione.
Il presidente del Consiglio regionale, Rosa D’Amelio, ha assicurato l’interessamento del presidente della Giunta regionale, Vincenzo De Luca, per lo sblocco dei fondi la cui erogazione è di competenza degli enti di ambito.