Casal di Principe: il ricordo di Don Peppe Diana 25 anni dopo

di Fabio Mencocco – E’ il don Diana Diana Day. Venticinque anni dopo l’uccisione in chiesa di don Peppe Diana, parroco di Casal di Principe ucciso dalla camorra, il suo ricordo resta ancora intatto. La voglia di fare del bene e di spronare anche i suoi parrocchiani a farlo, sono diventati un simbolo della lotta alla camorra e dell’impegno civile. Impegno che viene portato avanti dalle tante associazioni che si prodigano per il bene comune. Anche quest’anno Casal di Principe è stata invasa dagli scout, migliaia di ragazzi che domenica hanno sfilato per le strade del paese, fermandosi sotto la casa dove vive Jolanda, la mamma di don Diana.

La messa

Don Giuseppe Diana fu ucciso venticinque anni fa in chiesa, il 19 marzo proprio nel giorno del suo onomastico. Gli assassini spararono prima che potesse celebrare la messa. Colpi e volti uditi anche da Augusto Di Meo, amico che poco prima era passato in sagrestia per fargli gli auguri. Così anche questa mattina si è tenuta la messa nella chiesa San Nicola, la stessa in cui celebrava messa don Diana. Presenti le massime autorità del territorio, i sindaci di Casal di Principe, San Cipriano d’Aversa e Casapesenna. Oltre al procuratore nazionale antimafia Cafiero De Raho e Augusto Di Meo. Tra gli amministratori pubblici presente anche un sindaco proveniente dalla Calabria Maria Antonietta Sacco e Claudia Salvestrini del consorzio Polieco. La messa a cui hanno partecipato 70 preti, è stata officiata dal vescovo di Aversa Angelo Spinillo che durante la sua omelia ha ricordato la figura di Don Peppe: “Prete che scelse di vivere il suo ministero tra la gente e con la gente e rifiutò di restare indifferente“. Tra le parole del vescovo anche un attestato di stima per le tante associazioni che “continuano ad impegnarsi per la legalità” ed un ricordo per le vittime innocenti della “criminalità. Tante vittime che hanno incontrato la violenza anche in tenera età, potendo assaporare per poco tempo i sogni della vita”. Lo stesso vescovo che solo ieri aveva visitato un carcere del territorio, ha voluto ricordare anche coloro che materialmente si sono macchiati di omicidio ricordando la possibilità di un perdono, perché chi ha commesso questi reati “è stato oppresso dalla presenza opprimente dalla violenza”.

L’intervento di Morra e De Raho

Durante la conferenza stampa a Casa don Diana, è intervenuto anche il presidente della commissione parlamentare Antimafia, Nicola Morra che ha detto: “Stare a Casal di Principe, tra la gente, le cooperative, i beni confiscati e gli scout è per me un’emozione vera, concreta. Queste sono le donne e gli uomini che costruiscono la legalità quotidiana e costruiscono comunità nuove. Venticinque anni dalla morte di Don Peppe Diana sono venticinque anni di coraggio e di speranza. Qui a Casal di Principe, da Casa don Diana la parola Antimafia acquista un senso concreto. Camminare per queste strade è insegnamento che solo insieme si può sconfiggere non solo la criminalità organizzata ma anche l’indifferenza verso i più deboli. Faccio mie le parole di don Peppe: risaliamo sui tetti e riannunciamo parole di vita”. Lo stesso Morra ha sottolineato l’assenza delle istituzioni nazionali e regionali ed ha aggiunto: “E’ avvilente non avere qui una schiera di rappresentanti delle istituzioni come segno tangibile di una memoria che si fa concreta”. Su questo argomento è intervenuto anche il procuratore De Raho che ha detto: “Sono preoccupato dall’assenza delle istituzioni che va ricordata non una ma tante volte”. L’assenza di istituzioni parte dal governo centrale, dai ministri, con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ieri ha invece inviato un messaggio al sindaco di Casal di Principe, Renato Natale per ricordare don Diana.

 

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