C’è un ordine di arresto ma il destinatario è irreperibile. Si tratta di Francesco Cirillo, tra i responsabili dell’omicidio di Domenico Noviello, vittima innocente della camorra. Sui fatti intervengono il Comitato don Peppe Diana ed il sindaco di Casal di Principe, Renato Natale. Esprimono solidarietà ai familiari di Noviello ma anche una forte denuncia.
“Il mancato arresto di Francesco Cirillo, fra i responsabili dell’omicidio di Domenico Noviello, nonostante la definitiva condanna a 30 anni di reclusione, getta nello sconforto e accentua la nostra preoccupazione già altre volte espressa sul rischioso calo di tensione nella lotta alla criminalità organizzata “. Il Comitato don Peppe Diana interviene senza mezze misure, sull’irreperibilità di Cirillo alias ‘coscia fina. A firmare il comunicato stampa che è una netta presa di posizione, anche il sindaco di Casal di Principe, Renato Natale, nominato tutore di Francesco Cirillo dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. La nomina del Tribunale arriva al primo cittadino solo dopo che anche i familiari si sono rifiutati di incaricare un legale che rappresenti il congiunto. A Natale venne già assegnato il mandato per Giuseppe Setola, ergastolano per gli omicidi commessi nel 2008.
“Non conosciamo – scrivono- per quali ragioni, Cirillo riconosciuto colpevole da tre gradi di giudizio non sia ora in carcere ma sappiamo che si tratta dell’ennesimo segnale che potrebbe far incrinare la fiducia della società civile. Sentiamo ancora sulla pelle i brividi della stagione di fuoco del 2008, le morti innocenti, gli arresti eccellenti e gli attentati sventati ma non avremmo mai pensato, dopo un decennio, di dover esprimere timori per una possibile latitanza che si sarebbe dovuta e potuta evitare. E’ evidente che qualche ingranaggio si è inceppato ma speriamo che la macchina della Giustizia possa tornare ad essere presto efficiente e sicura per tutti“. Ad indagare per riportare Cirillo in carcere, sono ora i carabinieri della Compagnia di Casal di Principe, al comando del capitano Luca Iannotti.
Nel processo per l’omicidio Noviello ucciso il 16 maggio del 2008 dal clan dei Casalesi, il Comitato don Peppe Diana è stato parte civile e alla famiglia dell’imprenditore antiracket, l’associazione non ha mai fatto mancare la sua vicinanza e “ora più che mai – scrivono- sentiamo il dovere di schierarci subito accanto a Massimiliano, figlio di Domenico, che ancora vive sotto scorta e a tutti i suoi familiari”. Una scorta sociale che certamente rassicura ma il Comitato don Peppe Diana ed il sindaco di Casal di Principe, chiedono che un maggiore impegno. “Ci auguriamo – dicono- che l’attenzione scemata per individuare i responsabili di altri omicidi innocenti, riprenda vigore. Ci aspettiamo che i sistemi di potere tra imprenditoria disonesta e camorra di nuova generazione, crollino presto”.
“Fin qui – assicurano- abbiamo lottato ognuno per la propria parte per conquistare la nostra libertà di cittadini liberi ed etici e non ci fermeremo, credendo fino in fondo nel valore della denuncia. In ballo non ci sono solo le nostre vite ma quelle dei nostri giovani che ci guardano, che ci ascoltano e che imparano dall’esempio che noi tutti riusciamo a dare. E’ per questo motivo che chiediamo alle forze dell’ordine e alla magistratura una rinnovata convinzione nella lotta alla criminalità organizzata, evidentemente diversa ma non meno infiltrante”. Tina Cioffo
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