Carceri sempre più affollate, non si ricorre alle misure alternative

Aumenta il sovraffollamento nelle carceri italiane, tanto è emerso dalla relazione del garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale presentata ieri alla Camera dei deputati.

L’aumento del sovraffollamento nelle carceri italiane non è dovuto a un maggiore ingresso di persone in carcere (che, anzi, rispetto all’anno precedente sono diminuite di’ 887 unità), ma a un minor numero di dimissioni dal carcere: 1.160 in meno. In altre parole, in carcere si entra di meno ma si esce anche di meno. A rilevarlo è il garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale che ha presentato alla Camera la relazione al parlamento 2019. Per l’autorità le cause sono da ricercare nel minore utilizzo delle misure alterative al carcere. A ciò si aggiunga che alla data del 20 marzo 2019 risultano detenute 1839 persone con una pena inflitta inferiore a 1 anno di reclusione e 3319 con una pena inflitta compresa tra 1 e 2 anni, un fenomeno questo in crescita. Basti pensare che in soli tre mesi, dal 31 dicembre 2018 al 20 marzo dell’anno in corso, le persone detenute per scontare una condanna a una pena inferiore a 1 anno sono aumentate di 69 unità e di 40, negli stessi tre mesi, quelle che devono scontare una pena compresa tra 1 e 2 anni. Si tratta cioè di 5.158 persone che potrebbero usufruire di misure alterative alla detenzione in carcere, ma che ciò nonostante rimangono all’interno degli istituti.

Fico: “Migliorare le condizioni di chi sconta la pena non è indulgenza”

“Migliorare le condizioni di chi sconta una pena in prigione non è un atto di indulgenza verso chi ha commesso reati. Restituire alla società una persona migliore rispetto a quella che ha fatto il suo ingresso in carcere, che abbia piena consapevolezza della sua dignità e dei suoi diritti, è il migliore antidoto per prevenire che essa torni a delinquere”. Lo ha detto il presidente della Camera, Roberto Fico, intervenendo a Montecitorio alla presentazione della Relazione al Parlamento del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale.

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