Carcere Santa Maria Capua Vetere, la polizia penitenziaria del sindacato Sappe chiede le dimissioni del ministro Alfonso Bonafede
“Bonafede si deve dimettere, lo gridiamo qui oggi davanti al carcere di Santa Maria Capua Vetere, e lo grideremo anche in via Arenula a Roma sotto la sede del Ministero di Grazia e Giustizia. Inoltre basta con questi garanti dei detenuti, che non fanno altro che schierarsi contro la polizia penitenziaria”. Al cospetto di circa cinquanta agenti della penitenziaria, Donato Capece, segretario generale del sindacato degli agenti Sappe, urla tutta rabbia e indignazione per quanto subito dai poliziotti del carcere casertano, finito al centro della cronaca. Qui c’è stata la rivolta dei detenuti di sabato 13 giugno, che ha portato al ferimento di otto agenti della penitenziaria, e ancora prima, giovedì 11 giugno, ci furono tensioni tra carabinieri e poliziotti penitenziari in seguito alla notifica da parte dei militari degli avvisi di garanzia per presunte torture di detenuti commesse in carcere dagli agenti; operazione ritenuta “eccessivamente spettacolare”.
Proprio su questo episodio si concentrano gli strali di Capece. “Non entriamo nel merito delle contestazioni della Procura – dice – ma diciamo no alla spettacolarizzazione della giustizia; i poliziotti potevano essere convocati dall’ufficio comando o altri uffici, non serviva bloccarne decine, come avvenuto alle 8 di mattina dell’11 giugno, tra quelli che smontavano dal servizio e quelli che invece montavano”. Capece invoca inoltre lo “scudo penale” per gli agenti, “altrimenti in molti avranno problemi a fare determinati tipi di servizi, rischiando incriminazioni, come accaduto qui a Santa Maria Capua Vetere”.
Il sindacalista chiede inoltre al Dap di risolvere il problema dell’organico nel carcere casertano, in grave difficoltà visti gli oltre 100 agenti che si sono messi in malattia in questi giorni per eccessivo stress da lavoro; i circa 80 agenti del Gom (Gruppo operativo mobile) inviati dal Dap “hanno solo ruolo di osservatori – fa notare Capece – mentre riteniamo dovrebbero avere compiti più stringenti di controllo dei detenuti”. Ed infine l’attacco frontale alla figura del garante dei diritti dei detenuti. “Va bene al massimo il garante nazionale – spiega Capece – ma sono stati nominati anche quelli regionali e provinciali, e noi diciamo basta, anzi provocatoriamente, vogliamo anche noi un garante della Polizia Penitenziaria”. Alla manifestazione è arrivato anche il consigliere regionale casertano Gianpiero Zinzi, che da pochi giorni ha aderito alla Lega di Matteo Salvini.