Carburanti, nel business sono coinvolti anche Casertani

Contrabbando di carburanti, nell’operazione della guardia di finanza di Pisa, anche persone della provincia di Caserta.

“Mica vendo mozzarelle, faccio il contrabbandiere”. È la frase pronunciata da un imprenditore della provincia di Caserta ed intercettata al telefono dagli inquirenti. Gli investigatori lo ritengono a capo della banda. L’indagine è nata gennaio 2019 grazie a una soffiata e al controllo di un’autocisterna. Nel bagno di un autogrill a Rho (Milano) venivano nascosti documenti contraffatti pronti per essere utilizzati per aggirare i controlli.

L’indagine

Dodici ordinanze di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari, altre 8 misure personali tra obblighi di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria più il sequestro di tre società, 20 conti correnti, 103 veicoli tra auto, rimorchi, cisterne e moto per un valore di 14 milioni di euro. Questo è il bilancio dell’indagine. Sono scattate 20 misure cautelari e sequestro di beni per oltre 10 milioni di euro tra le province di Pisa, Prato, Firenze, Napoli e Caserta. La guardia di finanza e l’Agenzia delle Dogane sono riusciti a individuare dai contabili ai vertici dell’organizzazione, fino ai responsabili dei depositi, ai trasportatori e ai prestanomi delle società. Uno dei clienti dell’organizzazione criminale ha addirittura messo in commercio questo carburante, giunto anche a ignari consumatori tramite distributori dislocati sul territorio. È stato accertato che l’associazione a delinquere, all’arrivo dell’emergenza nazionale legata all’epidemia da virus Covid-19, ha incrementato sensibilmente i traffici illeciti di prodotti da destinare ad autotrazione, sfruttando i prezzi concorrenziali del prodotto commercializzato e la libera circolazione dei beni di prima necessità, tra i quali rientrano anche i carburanti.

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