Lo scorso 26 marzo, il gip, accogliendo parzialmente le richieste degli inquirenti, ha emesso un’ordinanza di applicazione di misure cautelari che hanno riguardato 59 indagati, tra i quali figurano anche tre fratelli del senatore Luigi Cesaro, quest’ultimo difeso dagli avvocati Alfonso Furgiuele e Michele Sanseverino.
I magistrati della DDA avevano fatto anche istanza di arresto per il senatore, rigettata dal gip che si era riservato di prendere una decisione in relazione alla posizione del parlamentare “all’esito dell’eventuale autorizzazione all’utilizzo delle intercettazioni, ritenute rilevanti, secondo la procedura che verra’ attivata da questo ufficio”. Le conversazioni che vedono interlocutore il parlamentare Cesaro sono state ascoltate dai Ros di Napoli attraverso le utenze telefoniche di altri indagati, tra cui figura anche il fratello del senatore, Antimo Cesaro. Vanno dalle 9:37 del 22 ottobre 2016 al 14 febbraio del 2017 le 21 conversazioni per le quali il gip di Napoli Miranda ha chiesto l’autorizzazione all’uso al Senato della Repubblica. La richiesta del gip è inerente a una parte, minima, delle intercettazioni eseguite dalla Procura di Napoli nelle quali casualmente e indirettamente viene captato il senatore. In sostanza, il soggetto sottoposto a monitoraggio dall’ufficio inquirente guidato dal procuratore Giovanni Melillo non era direttamente il senatore Luigi Cesaro.
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