Esistono soluzioni al caldo urbano? La risposta è sì, e città virtuose come Singapore e Medellín ce lo dimostrano
C’è una città che è riuscita a ridurre la temperatura delle sue strade di 2 gradi! Come ci è riuscita? Ha installato mega condizionatori? Ha fatto piovere ghiaccioli? No, ha adottato una soluzione molto più semplice: ha piantato lunghi corridoi verdi, composti da decine di migliaia di alberi e milioni di piante più piccole, trasformando le strade da inferni caldi in piccoli paradisi urbani.
Vorresti che fosse in Italia, vero? Invece no. Questa è Medellín, la seconda città più grande della Colombia. Abbiamo già visto che esistono tecniche per rinfrescare le case senza sprecare energia, come il raffrescamento passivo e i principi dell’architettura bioclimatica. Ma possiamo applicare gli stessi principi per rinfrescare intere città?
Se girassi per le strade di una città con un visore a infrarossi, probabilmente vedresti superfici di edifici, strade e panchine che superano i 50 gradi.
Dobbiamo ammetterlo: più che cittadini, siamo naufraghi che vivono su isole di calore urbane. Cosa significa? Se osserviamo il profilo di una città e tracciamo le temperature medie rispetto ai dintorni, scopriamo che la differenza può variare dai 4 ai 10 gradi.
Vedi dove le temperature sono più alte, sembra un’isola? Questa è l’Isola Urbana di Calore, un fenomeno che si verifica in tutte le città del mondo. Le ragioni per cui una città è più calda dei suoi dintorni riguardano i materiali usati, gli spazi sviluppati e le nostre attività.
Le città sono piene di superfici che catturano calore, come asfalto, calcestruzzo e acciaio, rilasciandolo continuamente. I colori scuri assorbono più radiazione solare, e le strade strette tra edifici alti intrappolano l’aria, creando zone di calore.
I motori dei veicoli e i sistemi di riscaldamento aumentano ulteriormente la temperatura. Paradossalmente, in estate, i condizionatori che raffreddano gli interni degli edifici, spostano il calore all’esterno, riscaldando le strade.
Vivere su un’isola di calore non è facile. Nelle città più calde, i rischi per la salute aumentano. Il caldo eccessivo è una grave minaccia. Solo nel 2022, ha causato oltre 61.000 vittime in Europa, con l’Italia tristemente al primo posto.
Secondo l’Unione Europea, il calore estremo potrebbe causare fino a 96.000 vittime ogni anno se non arrestiamo l’aumento delle temperature globali. Tra alluvioni, tempeste e altri eventi estremi, il caldo è il più letale.
Il caldo è quindi il nemico numero uno per chi vive in città. Lo sappiamo bene qui nel Sud dell’Europa. Siviglia, la capitale dell’Andalusia, è stata la prima città a dare un nome alle ondate di calore, come si fa con gli uragani negli Stati Uniti, per identificare e prepararsi all’arrivo di questo fenomeno. Ma come possiamo proteggerci?
Per contrastare tutto ciò sono fondamentali gli alberi alti lungo le strade, i quali creano ombra e impediscono alla luce solare di riscaldare la pavimentazione e altre superfici che altrimenti tratterrebbero il calore.
Attraverso la traspirazione, le piante rilasciano vapore acqueo, che trasporta il calore verso l’alto. La presenza di parchi che mantengono il suolo umido e di corpi idrici come stagni e laghetti permette all’aria di scambiare calore con l’acqua.
Riportare le piante nelle città, da cui storicamente sono state allontanate, può aiutare a ridurre le temperature in modo efficiente e a basso costo.
Un esempio notevole è Singapore, dove queste soluzioni sono state implementate in modo sistematico. Dal 2017, la città ha istituito un’unità di ricerca che utilizza dati scientifici per trovare le migliori strategie per controllare le temperature.
Ha riempito le strade di alberi, coperto gli edifici di piante basse e medie, e persino utilizzato piante sui muri per l’isolamento termico. Edifici di diverse altezze incanalano la brezza lungo le strade, e alcuni tetti sono stati dipinti di bianco per riflettere la luce solare, come nelle città mediterranee. Inoltre, una rete di corridoi verdi e blu, composta da parchi e laghi, arricchisce la città.
Anche Medellín, la seconda città più grande della Colombia, ha adottato misure contro il caldo crescente. Nel 2016 ha lanciato un programma con un budget di 16,3 milioni di dollari per creare una rete di 30 “corredores verdes”, un’estesa copertura vegetale per trenta arterie stradali.
Dopo aver piantato milioni di piante e decine di migliaia di alberi, già nel 2019 la città registrava due gradi in meno rispetto alle medie stagionali. Le autorità prevedono che, man mano che le piante e gli alberi raggiungeranno la maturità, la loro capacità di fare ombra e rinfrescare le strade ridurrà ulteriormente le temperature, fino a 4 o 5 gradi.
Oltre a ridurre le temperature, il programma ha rinnovato 124 parchi e dato nuova casa alla fauna locale, favorendo il ritorno di uccelli, lucertole, anfibi e piccoli mammiferi che contrastano le specie infestanti. Ha anche creato quasi un centinaio di posti di lavoro per cittadini in difficoltà, coinvolti nella manutenzione del verde.
Utilizzare gli alberi per creare ombra e umidità nell’aria è una strategia ampiamente adottata dalle città europee per contrastare le ondate di calore. Vienna, ad esempio, ha lanciato nel 2018 un piano urbano simile a quello di Medellín, piantando migliaia di alberi ogni anno e installando “muri verdi” sugli edifici per isolare termicamente gli interni e rinfrescare l’aria esterna grazie alla traspirazione delle piante.
Ogni superficie urbana può contribuire a combattere il caldo: a Rotterdam, ad esempio, il famoso DakAkker è un tetto verde di quasi un chilometro quadrato che ospita una fattoria urbana con frutta, verdura e alveari. Nel 2021, la città olandese vantava ben 46 ettari di tetti verdi. Anche Basilea, in Svizzera, è un esempio eccellente con 5,7 metri quadri di tetti verdi per abitante nel 2019.
Alcune città stanno sperimentando soluzioni verdi su pensiline degli autobus o tendoni sospesi sopra le strade, come a Valladolid. Altre stanno implementando superfici riflettenti o materiali che restano più freschi, e pavimentazioni porose che permettono al suolo di respirare, mantenendo fresche le strade e migliorando la gestione delle acque piovane.
Queste soluzioni sono efficaci quando applicate su larga scala. A Barcellona, il progetto delle superillas o superblock chiude interi quartieri al traffico automobilistico, liberando spazio per attività commerciali e piante, creando aree pedonali ombreggiate.
A Parigi, l’amministrazione ha creato una rete di “cool islands” dove i cittadini possono rifugiarsi dal caldo, mappate su un sito accessibile da telefono.
Le infrastrutture verdi e blu, come le piscine pubbliche, sono essenziali. Vienna e Singapore hanno integrato l’acqua nelle loro strategie di raffrescamento urbano. A Seoul, il ripristino del Cheonggyecheon Stream ha abbassato la temperatura di 3-6°C. Atene sta rinnovando un antico acquedotto romano per distribuire acqua in città, utilizzandola come una sorta di serpentina di refrigerazione.
L’aumento delle temperature rappresenta una minaccia grave, soprattutto per anziani e bambini: un recente studio della Commissione Europea ha rivelato che aumentare del 30% la copertura arborea nelle città potrebbe ridurre del 40% la mortalità legata all’effetto isola di calore, diminuendo anche la necessità di raffreddare le case e abbassando i costi sanitari legati all’inquinamento.
Il verde e il blu urbani affrontano contemporaneamente i problemi del caldo e dell’inquinamento. Il progetto dei corridoi verdi di Medellín è nato per migliorare la qualità dell’aria, poiché la città si trova nella Valle d’Aburrá, che trattiene l’inquinamento atmosferico.
Raffreddare le città è possibile grazie a una combinazione di ombra, vegetazione, acqua, spazi ben progettati, materiali appropriati e una mobilità intelligente. Tuttavia, la sfida è complessa: è necessario trovare lo spazio per queste infrastrutture, progettare con cura e garantire una manutenzione costante. Gli esempi virtuosi dimostrano che, con la giusta attenzione, è possibile creare città più fresche e vivibili.
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