Budget di salute da sistema marginale a nuovo welfare sociale e sanitario nazionale

A dicembre, in Campania, il sistema ha rischiato di saltare del tutto. Oggi invece, a livello nazionale i budget di salute sono certificati come modello di eccellenza da prendere ad esempio per la fase 2 dell’emergenza Coronavirus.

I tentativi di affossamento sono di cronaca recente così come anche l’appello della Nuova Cooperazione Organizzata e della cooperativa Davar di Casal di Principe agli Ambiti sociali e al governatore della Campania, Vincenzo De Luca. La stranezza è tutta italiana e nel mezzo, come sempre, ci sono le persone che chiedono solo di essere accolte, curate ed accudite. A rilanciare per primo il sistema dei budget di salute è stato il viceministro alla salute, Pierpaolo Sileri, seguito da Fabrizio Starace psichiatra e membro della task force di Vittorio Colao. Per entrambi, partendo da due punti di vista differenti, l’esempio dato dal modello Casertano attuato da associazione e cooperative sociali che per la maggior parte gestiscono beni confiscati alla criminalità organizzata, è pietra miliare dalla quale non si può assolutamente prescindere. “Non è semplicemente un’alternativa ma una rivoluzione del pensiero, che pone al centro le persone fragili che non sono numeri di bilancio, non sono rette da pagare o peggio costi, ma sono persone, sono i nostri anziani, sono i più fragili”, ha detto Silerio. Secondo Starace “ per ripensare le politiche socio – sanitarie, ci si dovrà ispirare ai modelli virtuosi dei budget di salute già attuati nel Casertano”.

Comitato don Peppe Diana: “Budget sociale nuovo welfare”

Non è mancato intervento del Comitato don Peppe Diana al quale aderiscono la maggior parte di quelle realtà che hanno portato onore ai budget di salute. “Abbiamo sempre creduto nella straordinaria capacità umana, sociale e sanitaria dei Budget di Salute che mettono al centro la persona con la propria dignità, memoria ed affetti. L’emergenza derivata dal contagio Covid-19 ha rivelato a tutti la fondatezza del sistema che accoglie prendendo in carico”, ha scritto in una nota il Comitato don Diana che negli ultimi anni ha promosso numerosi progetti per l’inclusione della persona, favorendo la formazione di reti che mettessero insieme cooperative ed associazioni, istituzioni e società civile. Il progetto de La Res ne è un esempio. “A volte è stato però, necessario il sostegno di fondazioni private che in controtendenza rispetto ad un sistema pubblico ha creduto fino in fondo nel sistema dei budget che fa risparmiare soldi pubblici e aiuta concretamente i più deboli. Oggi però, lo sforzo collettivo deve essere ancora più incisivo. L’auspicio è che quelle istituzioni finora disattente, nel riconoscerne il valore, sappiano finalmente trasformare i budget di salute da sistemi marginali ad approccio principale di un nuovo welfare”, avverte il Comitato don Peppe Diana.

 

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