Avete mai ordinato e bevuto alcolici in volo? Ecco per quale motivo non si dovrebbe fare per alcuna ragione
Come tutte le persone che hanno preso un aereo in vita loro sanno, a bordo – a prescindere dalla durata del volo – vengono venduti gli alcolici, e molti passeggeri, magari per rilassarsi un po’ o per conciliare il sonno, tendono a consumarli. Per quanto possa sembrare una pratica senza rischi, una ricerca ha dimostrato come bere alcolici prima o durante il volo sia un’abitudine assolutamente da evitare se si vuole preservare la salute del proprio cuore. Ecco tutto ciò che c’è da sapere a proposito.
Bere alcolici in aereo è un’azione pericolosa per la salute del cuore. A dimostrarlo è uno studio condotto dall’Istituto di Medicina Aerospaziale tedesco, intitolato “Effetti del consumo moderato di alcol e dell’ipossia ipobarica: implicazioni per il sonno dei passeggeri, la saturazione di ossigeno e la frequenza cardiaca sui voli a lungo raggio“.
Nella descrizione dello studio viene evidenziato che, durante i voli di lunga durata, i passeggeri spesso consumano alcol e dormono per parte del viaggio. Tuttavia, la pressione ridotta a bordo causa una diminuzione della saturazione di ossigeno nel sangue e un aumento della frequenza cardiaca. Il consumo di alcol in queste condizioni non solo non migliora la situazione, ma la peggiora.
In un approfondimento di Caterina Fazion per il magazine della Fondazione Veronesi, il cardiologo Umberto Berrettini consiglia: “Per tutti i passeggeri, soprattutto per coloro che sono a rischio, è importante evitare l’alcol e mantenersi idratati bevendo acqua durante il volo. L’idratazione, infatti, favorisce il metabolismo, la perfusione renale con eliminazione delle tossine, e migliora la fluidità del sangue. Una buona idratazione, inoltre, aiuta a mantenere anche una mente più lucida“.
Alla ricerca condotta dall’Istituto di medicina aerospaziale tedesco hanno preso parte 40 volontari sani, di età compresa tra i 18 e i 40 anni. Lo studio ha esaminato due notti: un gruppo ha dormito in un laboratorio del sonno in condizioni normali, mentre l’altro in una camera con la pressione atmosferica simulante un volo a 2.438 metri di altitudine, ossia l’altezza tipica di crociera. In ciascun gruppo, metà dei partecipanti ha dormito senza bere alcol, mentre l’altra metà ha assunto circa due unità alcoliche.
Un’unità alcolica (UA) corrisponde a 12 grammi di etanolo, quantità presente in una bottiglia di birra da 33 cl (circa 4,5 di gradazione), in un bicchiere di vino da 125 ml (12 gradi) o in un bicchierino di liquore da 40 ml (40 gradi).
L’ordine delle notti è stato alternato e sono state programmate due notti di recupero di 8 ore, dalle 23 alle 7. I partecipanti che hanno dormito in condizioni standard hanno mantenuto livelli normali di ossigeno nel sangue, sempre superiori al 90%. Come evidenziato dal magazine della Fondazione Veronesi, una saturazione di ossigeno nel sangue è considerata ottimale quando supera il 95%, mentre scendere sotto il 90% è segno di preoccupazione.
Nelle notti normali, il consumo di alcol ha comportato un leggero aumento della frequenza cardiaca. Tuttavia, nel gruppo che ha dormito in condizioni simili al volo, la saturazione di ossigeno è scesa all’85% dopo l’assunzione di alcol, e all’88% senza. Per compensare la ridotta ossigenazione, la frequenza cardiaca è aumentata in entrambi i gruppi, ma in modo più significativo dopo il consumo di alcol.
Va tenuto presente che lo studio ha dimensioni limitate e i partecipanti hanno dormito in posizione supina, cosa generalmente riservata a chi viaggia in prima classe. Pertanto, i risultati potrebbero non essere del tutto rappresentativi per la maggioranza dei passeggeri che volano in economy. Tuttavia, i ricercatori sottolineano che “i risultati dimostrano come, anche in individui giovani e sani, la combinazione di alcol e sonno in condizioni di bassa pressione atmosferica eserciti una significativa pressione sul sistema cardiovascolare, con il rischio di aggravare i sintomi in persone con problemi cardiaci o polmonari“.
Gli effetti potrebbero essere ancor più pronunciati negli anziani, secondo gli studiosi, che aggiungono: “I problemi cardiovascolari rappresentano il 7% delle emergenze mediche durante il volo, e gli arresti cardiaci causano il 58% delle deviazioni di volo“. Concludono suggerendo che “sia il personale di bordo, sia i passeggeri dovrebbero essere consapevoli dei rischi, e che potrebbe essere utile rivedere le regole sull’accesso alle bevande alcoliche a bordo“.
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