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Astronauti bloccati sulla Stazione Spaziale Internazionale, perché?

Barry Wilmore e Sunita Williams, i due astronauti della NASA che hanno raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) a bordo della prima missione con equipaggio della capsula spaziale Starliner di Boeing, partita il 5 giugno, avrebbero dovuto rimanere per otto giorni.

Tuttavia, a più di due mesi dal lancio, non è ancora chiaro quando e come rientreranno sulla Terra. La NASA non esclude che il rientro possa avvenire addirittura il prossimo febbraio.

Astronauti bloccati sulla Stazionale Spaziale Internazionale: chi sono e che cos’è successo?

La missione Starliner è una delle più significative del 2024, ma durante il viaggio verso la ISS la capsula ha subito malfunzionamenti, causando il ritardo del rientro previsto.

Durante una conferenza stampa mercoledì, la NASA ha spiegato che Starliner potrebbe non essere sicura per riportare gli astronauti sulla Terra e sta considerando di farli rientrare con la Crew Dragon di SpaceX, la compagnia spaziale privata di Elon Musk, rivale di Boeing.

Astronauti bloccati sulla Stazione Spaziale Internazionale: chi sono? – Fotogramma /Ipa – Ireporters.it

 

Se la NASA dovesse optare per il rientro degli astronauti con la capsula di SpaceX anziché con Starliner, la missione si prolungherebbe di diversi mesi. Questo rappresenterebbe un ulteriore insuccesso per Boeing, che negli ultimi anni ha già affrontato gravi problemi, come i disastrosi incidenti aerei dei 737 Max e, più recentemente, il volo di Alaska Airlines in cui un pezzo della fusoliera si è staccato in volo.

Starliner è decollata dalla base di Cape Canaveral, negli Stati Uniti, il 5 giugno, dopo una serie di ritardi e rinvii dovuti a vari problemi tecnici. Wilmore e Williams avrebbero dovuto affiancare l’equipaggio della Stazione Spaziale Internazionale per circa una settimana.

La missione aveva lo scopo di verificare i sistemi di lancio, attracco e atterraggio della capsula, affinché Boeing potesse ottenere le certificazioni finali della NASA, diventando uno dei veicoli privati autorizzati per il trasporto di persone e materiali verso e dalla Stazione. Attualmente, la NASA si affida esclusivamente a SpaceX e ai sistemi di lancio Soyuz dell’agenzia spaziale russa Roscosmos per queste operazioni.

Durante il viaggio verso la Stazione Spaziale Internazionale, però, si sono verificati alcuni malfunzionamenti. NASA e Boeing hanno condotto test e simulazioni sui propulsori della capsula, sia a terra che nello spazio, concludendo che funzionano abbastanza bene da permettere un rientro sicuro.

Tuttavia, i test non hanno chiarito completamente la causa dei malfunzionamenti, e, come ha dichiarato mercoledì Steve Stich, responsabile del programma dei voli commerciali della NASA, “la comunità della NASA desidera comprendere meglio sia le cause che la fisica” dietro questi problemi.

Alla conferenza stampa non era presente alcun dirigente di Boeing, ma l’azienda aveva già espresso disaccordo con le valutazioni della NASA. In un comunicato diffuso la settimana precedente, Boeing ha affermato che Starliner è in grado di completare il volo e riportare gli astronauti sulla Terra “in sicurezza”, come dimostrato dai dati raccolti durante i test sui propulsori.

Stich ha affermato che l’opzione “preferita” rimane quella di riportare Wilmore e Williams sulla Terra con Starliner, poiché utilizzare un’alternativa comporterebbe ulteriori complicazioni.

Tuttavia, secondo Ken Bowersox, uno dei responsabili delle operazioni spaziali della NASA, in base agli ultimi dati, analisi e discussioni, si sta valutando la possibilità di far rientrare Starliner senza equipaggio e di riportare gli astronauti a bordo della capsula di SpaceX alla fine della sua prossima missione, riducendo il numero di astronauti a bordo da quattro a due per fare spazio ai due astronauti della NASA.

Ciò comporterebbe l’integrazione di Wilmore e Williams nella rotazione degli astronauti impegnati nelle attività sulla ISS. Dato che la missione Crew-9 è prevista fino a febbraio 2025, Wilmore e Williams rimarrebbero sulla Stazione per altri sei mesi, portando la loro missione a un totale di otto mesi, anziché gli otto giorni inizialmente previsti.

In questo scenario, Starliner tornerebbe sulla Terra senza equipaggio, il che richiederebbe una riconfigurazione della capsula per il rientro autonomo. Inoltre, la NASA dovrebbe decidere se i dati raccolti durante il rientro senza astronauti siano sufficienti per concedere a Starliner la certificazione per il trasporto di persone e materiali. I dirigenti della NASA hanno indicato che hanno tempo “fino a metà agosto” per prendere una decisione definitiva. 

Giulia De Sanctis

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