Ascoltateci e aiutateci, il grido degli innocenti

I familiari delle vittime innocenti di camorra, stamattina sono a Roma, al Viminale. Chiedono di parlare con il ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Chiedono aiuto perché le loro istanze presentate agli uffici ministeriali sono state rigettate.

Arturo Della Corte, Rossana Pagano, Giovanna Pagliuca stamattina hanno deciso di essere a Roma ma nella loro agenda non c’è spazio per una gita fuori porta, niente che abbia a che fare con la serenità di una passeggiata. Sono familiari di vittime innocenti della camorra e chiedono di essere ascoltati dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Una richiesta, l’ennesima, che viene fatta a ridosso del 19 marzo quando a Casal di Principe sarà ricordato don Giuseppe Diana e nel suo nome tutte le vittime innocenti della camorra e del 21 marzo, la giornata nazionale della memoria e dell’impegno voluta da Libera e che quest’anno sarà celebrata a Padova.

Rigettati chiedono di essere ascoltati

Non è la prima volta che lo fanno. Arturo Della Corte, fratello di Adriano, a dicembre scorso ha trascorso un mese intero fuori alle porte del Ministero. Rossana Pagano figlia di Pasquale e Giovanna Pagliuca sorella di Genovese, insieme ad altri familiari hanno già manifestato il desiderio di essere ricevuti e di far capire cosa sta accadendo nelle loro vite, dopo i mancati riconoscimenti dello status di vittime innocenti riservati a parecchi di loro per tardività o perché ritenuti non estranei ad ambiente delinquenziali. Una motivazione quest’ultima che potrebbe sembrare plausibile ma, in alcuni casi, è assurda tanto quanto bollare come tardiva e dunque improcedibile la richiesta di una mamma alla quale hanno ucciso il figlio ma che non avrebbe fatto, secondo gli uffici del Ministero, in tempo l’istanza di riconoscimento.

Hanno scritto a tutti

A settembre hanno scritto con l’aiuto del Comitato don Peppe Diana, Libera, il sindaco di Casl di Principe ed Augusto Di Meo, testimone oculare dell’omicidio di don Diana, al ministro Salvini, al premier Giuseppe Conte, al vicepremier Luigi Di Maio. A dicembre il dossier delle istanze rigettate è stato consegnato al procuratore Federico Cafiero de Raho e al presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra. Oggi chiedono di essere ricevuti direttamente Salvini che è il ministro competente per materia, perché dopo conferenze stampa, lettere, appelli formali ed informali, la loro domanda è restata senza risposta.

Aiutateci, il grido dei familiari

“Non possiamo continuare ad alimentare la speranza se non ci viene tesa una mano e se lo Stato, con i suoi funzionari a vario titolo e grado, continua a mostrarci la sua faccia cattiva”, dicono e aggiungono: “Siamo mogli, figlie, figli, padri e madri di vittime innocenti che avevano il diritto di vivere e che invece la camorra quel diritto glielo ha negato. Portiamo avanti la battaglia per veder riconosciuta la loro innocenza anche negli elenchi statali, perché le sentenze passate in giudicato ci hanno già fornito quelle verità che noi per primi chiedevamo”.

 

 

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