di Tina Cioffo
Esclusiva – Per Luigi Della Corte, accusato dal collaboratore di giustizia di essere il tramite dei Diana per il clan dei Casalesi
“Pellegrino dice il falso e sa bene che sta mentendo”. Luigi Della Corte, il ragioniere che secondo il collaboratore di giustizia Attilio Pellegrino sarebbe stato il tramite con i Diana e gli avrebbe consegnato il denaro dei ‘repezzati’ destinato al clan dei Casalesi, nello specifico a Michele Zagaria rigetta ogni tipo di addebito.
C’è qualcosa che non quadra nelle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Attilio Pellegrino a sostegno della misura cautelare scattata martedì per i fratelli Antonio e Nicola Diana oltre che per lo zio Armando.Le versioni di Pellegrino e di Luigi Della Corte, che ha deciso di querelare il suo accusatore, sono nettamente opposte. “Andrò io stesso in Procura a portare la querela, non può pensare di infangare me, mio fratello e la figura di mio padre senza che avere conseguenze. Tutto quello che ha detto non corrisponde minimamente al vero. Io e mio fratello non vediamo il Pellegrino né mai ci abbiamo più parlato dal ’99”, ha chiarito Della Corte ricostruendo date e fatti storici come un fiume in piena. E’ arrabbiato e incredulo e non riesce a farse una ragione. “Non sono intenzionato ad aspettare l’evoluzione dei fatti che riguardano i Diana ma so che c’è in ballo l’onorabilità della mia famiglia e non intendo restarmene a guardare”, ha aggiunto Della Corte.
Ma andiamo con ordine. Pellegrino ha raccontato, così come riportato nell’ordinanza firmata dal gip Miranda, che a portargli il denaro dei ‘repezzati’, così come il collaboratore chiama i Diana senza mai riferirsi a loro per nome, sono stati nel 2003 e nel 2010 Luigi e Francesco Della Corte. I fratelli Luigi e Francesco Della Corte, secondo Pellegrino furono assunti dai Diana perché il loro padre, Giovanni Della Corte ex sindaco di Villa di Briano sarebbe stato in buoni rapporti con gli Zagaria.
Tra il ’99 ed il 2000, secondo il racconto di Luigi Della Corte, il Pellegrino schiaffeggiò il fratello e lo lasciò in aperta campagna. “E da allora, per noi quell’uomo non è più esistito. Mai perciò saremmo andati a sottometterci. Pellegrino mi ha definito loro ragioniere ma è alla luce del sole che per le aziende dei Diana non mi sono mai occupato di contabilità. Sono responsabile dei trasporti in una delle loro società e questo è immediatamente verificabile, mentre mio fratello Francesco che si occupava del settore rifiuti non lavora più per i Diana già da diversi mesi. Ora, è chiaro che se fossimo stati i loro uomini di fiducia così come ci ha falsamente descritti il collaboratore di giustizia, mio fratello non sarebbe stato licenziato”, ha puntualizzato Della Corte che non ci sta a passare come il corriere del denaro. “Siamo gente umile e abbiamo sempre lavorato, abbiamo solo la casa fatta con sacrificio da mio padre e per le ristrutturazioni che abbiamo fatto possono essere controllati i mutui bancari che abbiamo fatto sia io che mio fratello, senza mai chiedere soldi a nessuno se non al nostro lavoro”, ha aggiunto in risposta a chi ha detto che con i Diana si è arricchito.
Giovanni Della Corte, padre di Luigi e Francesco, fu sindaco di Villa di Briano dal ’59 al ’75 e poi nell’80 ma solo per poco più di un anno. È poi morto nell’agosto 1997 all’età di 75 anni. “Ipotizzare che mio padre fosse d’accordo con gli Zagaria, così come ha fatto il collaboratore – ha commentato Luigi- vuole dire far torto anche ad un morto e basta domandare in giro per capire chi fosse mio padre”.
Giovanni Della Corte incontrò Armando Diana, arrestato martedì con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa insieme ai nipoti, in un centro per dialisi perché l’ex sindaco allora accompagnava la figlia Sofia. Sia Sofia che Armando si sottoponevano infatti a delle cure mirate per una malattia ai reni. “Armando, assicurò a mio padre poco prima che morisse che ci avrebbe aiutato e così è stato. Aiutò anche mia sorella Sofia portandola in Francia per farla visitare, purtroppo però mia sorella non ce l’ha fatta ed è morta un anno dopo diverse altre complicazioni. Tutto il resto è stato completamente inventato e non riesco a capire per quale motivo”, continua a chiedersi Luigi Della Corte.
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