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Antisemitismo tra storia e attualità, studenti del Garofano riflettono

Perchè l’antisemitismo non conosce pace e perchè essere ebreo viene ancora considerato motivo di odio. Al liceo Garofano di Capua, la riflessione affonda le radici nell’età classica

“L‘ebreo internazionale: il problema principale del mondo”, questo il titolo dell’opera antisemita scritta dall’imprenditore statunitense Henry Ford e pubblicata nel 1920. Perché il Ford si cimenta in quest’argomento e perché l’ebreo costituisce un problema? La questione affonda le radici in tempi immemori, qui ci limiteremo PAHa rintracciare nella storia le prime schermaglie registrate contro gli ebrei. Partendo dall’età classica, nello specifico narreremo delle guerre giudaiche e della cattività babilonese: quest’ultima conobbe una delle prime deportazioni nella storia avvenute in tre fasi dal 597-87 a.C., in cui il regno di Giuda venne dissolto ed il tempio di Gerusalemme distrutto dai Babilonesi; ancora, tra il 66-135 d.C., la galilea occupata dalla Roma Imperiale si ribella al dominio romano in attesa di un messia “che verrà dal regno dei cieli per liberare il popolo eletto”.

De Bello Iudaica

È particolare ricordare in questo caso lo storico ebreo Flavio Giuseppe, il quale raccontò delle sovracitate rivolte nella sua opera De Bello Iudaica nella quale scrisse circa i Romani «Un popolo [quello dei Romani] che valuta le situazioni prima di passare all’azione…Senza compiere esagerazioni, potremmo dire che le loro conquiste sono inferiori ai conquistatori.» Ciò gli valse il disconoscimento da parte degli ebrei in quanto storico e persino in quanto ebreo! Ma uscendo dall’epoca classica, il dissidio non termina qui: dopo la diaspora ebraica in Europa, i reggenti cattolicissimi di Spagna Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia nella loro impresa di Reconquista scacciarono i mori dall’Andalusia ed obbligarono gli ebrei a farsi riconoscere portando la stella di David sugli indumenti; durante la peste nera, gli ebrei, in quanto commercianti ed usurai, vennero bollati come untori, tant’è che il fenomeno degenerò a tal punto che lo stesso Papa Clemente VI dovette smentire la notizia attraverso una fitta rete di bolle papali inviate nei maggiori centri cristiani d’Europa.

Antisemitismo dei giorni nostri

Successivamente in epoca moderna, all’ebreo è stato associato l’epiteto “internazionale”, stando a rimarcare la sua rilevante presenza negli intrighi tra le nazioni. A riaccendere la fiaccola della lotta fu la pubblicazione, avvenuta nel 1903, di una documentazione intitolata “I protocolli dei savi anziani di Sion”, nella quale veniva mostrato a grandi linee il complotto giudaico-massonico ai danni dei gentili (ossia i non-ebrei). La veridicità di tale documento viene oggi smentito dalla maggioranza delle autorità d’Occidente e dallo stesso Israele, anche se la storia difficilmente sembra essere dalla loro parte. Di nuovo l’antisemitismo fu esasperato a tal punto che in Germania un partito estremista di piccole dimensioni con a capo un imbianchino di nome Adolf Hitler prende il potere nel 1933 grazie ad una spiccata retorica anti-giudaica che riscontrò grandi consensi nella popolazione. Le conseguenze di tali scelte politiche sono note a tutte. Dopo 70 anni la ferita però sembra ancora sanguinare: dopo l’occupazione della Palestina dalle truppe israeliane avvenuta nel 1948 ancora oggi i dissidi contro gli ebrei generano fiamme inestinguibili che pur si muovono nonostante l’attenzione pubblica sia fatta divergere d’altra parte. Osservate qui accanto alcune delle recentissime vignette satiriche antisemite ad opera di palestinesi ed arabi, in cui l’ebreo viene identificato come “il peggiore dei virus e delle malattie dell’umanità” o ancora come “covid 19-48”, il momento in cui venne fondato lo stato d’Israele. Ma allora mi domando: quando questo dissidio eterno conoscerà la pace?

 

redazione

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