Antiracket, Luigi Ferrucci: “Cresce l’estorsione ma solo pochi a denunciare”

Il fenomeno estorsivo non lascia la presa di alcuni territori della provincia di Caserta ma le denunce sono poche. L’esempio della città di Aversa è preoccupante.

“A fronte di una recrudescenza del fenomeno estorsivo, specie in alcuni Comuni del Casertano, ci sono ancora poche denunce”. E’ l’allarme lanciato dal Luigi Ferrucci, presidente nazionale della Federazione Antiracket Italiana (Fai), alla vigilia dell’anniversario dell’uccisione di Libero Grassi a Palermo, assassinato il 29 agosto del 1991 per essersi opposto alle richieste del ‘pizzo’. allarme che fa il paio con la critica rivolta alla circolare del Ministero dell’Interno, firmata dal prefetto Raffaele Cannizzaro in qualità di Commissario per il coordinamento delle iniziative di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso, datata gennaio 2019, “che di fatto -dice Ferrucci- rende impossibile ai nostri legali di dare quella gratuita assistenza tanto preziosa per l’operatore economico che denuncia, allora è chiaro che si va in una direzione pericolosa”. A prendere una posizione netta e contraria all’orientamento del Ministero dell’Interno era già stato, per primo, il Comitato Addipizzo di Palermo in una disamina partita dalla Sicilia ma destinata ad allargarsi.

Preoccupante situazione ad Aversa

In Campania, ed in particolare in provincia di Caserta, per il presidente Ferrucci della Fai, particolarmente preoccupante è la situazione del comune di Aversa. “Sappiamo della forte esistenza del fenomeno estorsivo che opprime i commercianti ma a fronte di queste richieste non intercettiamo denunce”, dice Ferrucci. Il corto circuito potrebbe avere due tipi di ragioni. I commercianti, piccoli o grandi che siano, probabilmente non conoscono o non si fidano delle associazioni antiracket. “E su questo punto già da tempo che ammettiamo le nostre colpe e che abbiamo avviato una generale revisione delle nostre attività”, assicura il presidente della dell’Antiracket. La seconda ragione, potrebbe essere rintracciata nella farraginosa burocrazia che impedisce all’imprenditore estorto di avere in tempi immediati risposte alle istanze risarcitorie. “Ci sono meccanismi che si inceppano troppo facilmente e questo a chiaro danno degli operatori economici che perdono fiducia”, spiega Ferrucci. Quale che sia la ragione, resta per il momento il dato di fatto delle denunce ridotte all’osso.

Il mancato rilancio economico e politico di Castel Volturno, è un film già visto

Poi ci sono i territori che potrebbero dirsi in qualche maniera salvi, come Castel Volturno visto che dopo l’omicidio di Domenico Noviello, il 16 maggio del 2008, ha vissuto una primavera di denunce che hanno portato alla costituzione dell’associazione antiracket a lui dedicata. Qui secondo le stime degli organi di polizia, le estorsioni si sono ridimensionate ma come contraltare non c’è stato il rilancio politico economico che ci si aspettava lasciando che il terreno di innesto per micro e macro criminalità continui a rigenerarsi. “Il generale decadimento a cui assistiamo è un film già visto e questo ci preoccupa”, confessa il presidente della Fai.

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