Il Rapporto “Amministratori sotto tiro” coinvolge l’intero territorio nazionale e non è limitato alla sola sfera criminale, ma investe il rapporto tra cittadini e politica, influenzato dalle condizioni socioeconomiche dei territori. Oggi la consapevolezza è maggiore di quella di un tempo, sia a livello mediatico che istituzionale. Nel 2019 furono 559 gli atti di intimidazione e minaccia censiti da Avviso Pubblico nel corso dell’anno. I numeri del 2020, seppur fortemente condizionati dalla pandemia, confermano un quadro preoccupante.
di Tina Cioffo
Una media di 9 intimidazioni a settimana, una minaccia ogni 19 ore. E’ questo il dato allarmante del rapporto di Avviso Pubblico ‘ Amministratori sotto tiro‘. Sotto la lente di ingrandimento ci sono 465 gli atti intimidatori, di minaccia e violenza rivolti nel 2020 contro sindaci, assessori, consiglieri comunali e municipali, amministratori regionali, dipendenti della Pubblica Amministrazione. Le Province coinvolte sono state 89– il dato più alto mai registrato – e 280 i Comuni colpiti, che corrisponde al 3.5% dei Comuni italiani. Per la terza volta nella storia di questo Rapporto – i precedenti nel 2017 e 2019 – sono stati censiti atti intimidatori in tutte le regioni d’Italia. Il territorio più colpito si conferma Napoli con 46 casi, con un incremento del 12% rispetto al 2019. Seguono Salerno (21 casi), Roma (20), Milano e Foggia (16), Cosenza (15), Padova e Lecce (14), Bari e Messina (13).
A far registrare il maggior numero di intimidazioni a livello nazionale, è la Campania con 85 casi censiti (furono 92 nel 2019). Il triste primato si conferma per il quarto anno consecutivo. Seguono appaiate Puglia e Sicilia con 55 atti intimidatori, che fanno segnare un evidente calo rispetto al 2019, rispettivamente del 23 e del 17 per cento. In discesa anche la Calabria (38 casi rispetto ai 53 del 2019), che prosegue un trend iniziato da alcuni anni. In questa gara che segna solo sconfitte, in netto aumento con un’avanzata del 3,5% dell’incidenza sul totale dei casi rispetto al 2019 si registra il Centro – Nord. La Lombardia è la regione più colpita del Nord Italia (37 casi, nove in meno del 2019), seguita dal Lazio (36 casi, stabile). Chiudono le prime 10 posizioni Veneto (30 casi, uno dei pochi territori in aumento), Emilia-Romagna (25), Toscana (23) e Sardegna (21).
Le intimidazioni corrono anche sui social network. La piazza virtuale, già negli anni passati contenitore di varie frustrazioni, considerata da taluni uno spazio in cui tutto è concesso, durante le fasi più calde della pandemia ha amplificato queste sue caratteristiche. E’ il cosiddetto fenomeno dei ‘leoni da tastiera’, già indagato dagli organi di Polizia. Non sono mancate aggressioni ed incendi oltre che minacce verbali e telefonate minatorie (12%), lettere, biglietti e messaggi intimidatori (10%), danneggiamenti (9%), scritte offensive e minacciose (7%), utilizzo di ordigni ed esplosivi (4%), invio di proiettili (2%), spari contro abitazioni ed automobili (1%).
Il Rapporto, presentato in streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube di Avviso Pubblico, con il Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, Roberto Montà, Presidente di Avviso Pubblico e sindaco di Grugliasco, Renato Natale, vicepresidente di Avviso Pubblico e sindaco di Casal di Principe, Roberto Cornelli, docente di Criminologia e sicurezza urbana all’Università Milano-Bicocca; Claudio Forleo, responsabile dell’Osservatorio Parlamentare di Avviso e curatore del Rapporto, Pierpaolo Romani, Coordinatore nazionale di Avviso Pubblico. L’analisi delle intimidazioni è alla decima edizione e l’esperienza fin qui raccolta ha permesso anche uno specifico approfondimento sui dati raccolti negli ultimi dieci anni (2011-2020).
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