Allarme usura in Campania, piccoli imprenditori e artigiani nella morsa camorra. Il rischio di un inquinamento economico dilagante è molto alto. Sos Impresa, sottolinea l’esigenza di interventi mirati ed immediati.
“La criminalità organizzata e le mafie hanno risorse economiche infinite. L’usura sta crescendo, oggi le vittime stanno cercando i loro carnefici e tra un anno il fenomeno esploderà”. Così Luigi Cuomo, presidente di Sos Impresa, lancia l’allarme sulla recrudescenza dell’usura come arma della camorra per infiltrarsi e impadronirsi di attività imprenditoriali nella crisi economica post covid19. Cuomo, in occasione dell’accordo con le associazioni di imprese a Napoli per accompagnare gli imprenditori, spiega che “gli imprenditori in difficoltà in queste settimane – dice – cercano gli usurai per chiedere i soldi, soprattutto quando le le banche glieli negano. È una fase in cui si stringe attorno a queste aziende un cerchio sempre più vincolante, fino a quando le soffocherà. Lì arriveranno le denunce”. Secondo Cuomo,la crisi post covid19 è per la criminalità organizzata un’occasione ghiotta: “I fondi neri derivanti da attività criminali non si possono immettere nel circuito legale direttamente, hanno bisogno di canali, anche bancari, oleati per far rientrare questa montagna di denaro. Qualche settimana fa al confine austriaco è stato fermato un tir diretto in Calabria che veniva da paesi dell’est, pieno di contanti. La liquidità delle mafie è un pericolo e gioca un ruolo in questo momento. Questa liquidità è anche il competitor più forte dello Stato, del sistema bancario e del Governo che cerca con i suoi mezzi di aiutare le imprese. Ma se le banche non fanno la loro parte favoriscono la criminalità e l’immissione nell’economia di tutto questo denaro sporco”.
“L’usura porta il rischio che a un tessuto sano imprenditoriale che ha storia e tradizione si sostituiscano imprenditori che vivono più di ombre che di luci, così- spiega Giuseppe Oliviero, presidente di Cna Campania Nord e vicepresidente nazionale di Cna- il mercato non si basa più sulla libera concorrenza ma diventa inquinato e avvelenato da attività che non rispettano le regole”. Oliviero sottolinea la necessità di un impegno anche da parte della politica: “L’assenza della politica su questo tema – insiste – è grave perché chi pianifica la crescita della città, i tempi e i progetti della città non può stare fuori da questo tipo di tavoli, che tracciano percorsi di legalità. Il centro storico di Napoli, Caserta, Salerno, Benevento non può essere una cucina a cielo aperto, non solo il food può rappresentare le nostre tradizioni e culture ma devono diventare delle vetrine a cielo aperto e questo coinvolge anche gli strumenti della programmazione politica”.
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