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Agrorinasce, questione aperta in Regione e non solo beni confiscati

La Regione Campania aderirà al Consorzio Agrorinasce mentre si tenta di riappianare le questioni sorte a Santa Maria La Fossa per quel che riguarda gli atti comunali di assegnazione della Balzana e a Casal di Principe cha ha deciso di liquidare le proprie quote.

La società consortile Agrorinasce si trasformerà in Consorzio e la Regione Campania ne farà parte, la decisione è ormai presa. A farsene promotore è l’assessore Mario Morcone sceso personalmente in campo, contattando i sindaci soci di Agrorinasce e anche quelli che hanno deciso di non farne più parte: Casal di Principe e Santa Maria La Fossa. Stamattina nuova riunione negli uffici regionali. L’obiettivo è tentare di portarli dentro un nuovo soggetto giuridico. La sfida del Consorzio viene descritta anche nel bilancio sociale, il primo dopo 22 anni di attività, commissionato da Giovanni Allucci, presidente del Consiglio di amministratore. “Dopo molti anni ci siamo riusciti, grazie ad un investimento autorizzato dai Comuni soci con un incarico e l’impegno dell’istituzione universitaria che opera nella Provincia di Caserta: il Dipartimento di Economia di Capua dell’Università degli studi della Campania ‘L. Vanvitelli’”, ha scritto Allucci nella sua nota di presentazione.

Dal recupero dei beni confiscati a società di servizi

“Nel corso degli anni 2018 e 2019 – si legge nel documento- all’indomani della decisione favorevole alla trasformazione di Agrorinasce assunta da cinque Comuni soci sui sei complessivi, con la sola eccezione, del Comune di Casal di Principe che ha invece richiesto la liquidazione delle proprie quote, sono stati realizzati tutti gli atti propedeutici alla trasformazione di Agrorinasce in consorzio pubblico, di cui l’articolo 31 del Testo Unico degli Enti Locali. I passaggi formali sostanziali per la trasformazione sono ancora in corso”. Per il sindaco di San Cipriano D’Aversa, Vincenzo Caterino: “È chiaro che nel futuro l’assetto organizzativo dovrà essere cambiato, così come dovrà adeguarsi il soggetto giuridico ma sono convinto che Agrorinasce potrà continuare ad occuparsi di beni confiscati. Il suo apporto in termini di servizi come la ricerca dei finanziamenti e nel portare avanti le procedure, in aiuto agli uffici comunali insufficienti visto l’organico, è indubbio”. “La trasformazione, doveva essere già completata ma – continua Caterino- ha avuto dei pit stop, prima con Casal di Principe che per quanto abbia annunciato la decisione di non farne più parte è difatti ancora un socio perché la liquidazione delle quote non è stata completata. Poi è arrivata anche la decisione di Santa Maria La Fossa che ha ulteriormente rallentato”. “Abbiamo tempo, in base alla proroga del piano Cottarelli fino al 31 dicembre 2021, ma è evidente che il ritmo dovrà essere diverso”, spiega il sindaco di San Cipriano D’Aversa, che ha già espresso parere favorevole per la trasformazione di Agrorinasce in Consorzio ma sfavorevole ad accettarlo come Centrale di Committenza. Agrorinasce nata per il riutilizzo dei beni confiscati ha poi allargato il suo interesse, gestendo appalti, zone Pip e beni comuni. I comuni aderenti ad Agrorinasce hanno fino a questo momento affidato all’esterno il compito di reperire i finanziamenti, senza investire nel proprio efficientamento e superare in qualche modo quella situazione di emergenza che portò la costituzione di Agrorinasce, nel 1998. Dotarsi di un regolamento per la gestione e l’assegnazione dei beni confiscati evitando l’affidamento diretto, porterebbe ad sviluppo territoriale e civico, decisamente diverso.

Santa Maria La Fossa: gli atti di acquisizione

La decisione del comune di Santa Maria La Fossa di non far più parte di Agrorinasce, è stata deliberata in consiglio comunale il 26 novembre. In dubbio c’è anche l’iter di acquisizione del complesso della Balzana. “La delibera di consiglio comunale che testimoni l’acquisizione della Balzana dopo il decreto dell’Agenzia Nazionale dei Beni sequestrati e confiscati, non si trova. Dopo la manifestazione di interesse fatta dal Comune non c’è stato il passaggio successivo”, dice il sindaco di Santa Maria La Fossa, Nicolino Federico. La Balzana è stata destinata al comune di Santa Maria La Fossa dall’ANBSC a marzo 2011, quando il direttore dell’Agenzia era il prefetto Mario Morcone, in carica dal 26 aprile 2010 al 20 giugno 2011. Negli atti comunali di Santa Maria La Fossa, esistono solo due delibere di giunta comunale. “Nella premessa della delibera di giunta n. 44/2019 è indicato tutto ciò che è stato fatto in merito e dal controllo delle delibere di consiglio comunale non risulta effettuata l’acquisizione”, continua il sindaco Nicolino Federico. Dopo la manifestazione di interesse fatta pervenire dalla giunta comunale all’Anbsc la deliberazione per procedere con l’acquisizione sarebbe dovuta passare al Consiglio Comunale, confermando così la volontà espressa nella giunta del 30 ottobre 2017 con la presenza dell’allora sindaco Antonio Papa e degli assessori Salvatore Luiso e Gaetano Minolfi. La stessa giunta che il 19 aprile 2019, ad un mese dalle elezioni ha assegnato in maniera definitiva ed in uso gratuito la Balzana ad Agrorinasce, che riceve pure una serie di autorizzazioni preventive fino al permesso di modificare l’assetto complessivo del cespite. E’ fatto notorio che nei quarantacinque giorni precedenti alle elezioni comunali, non possono essere emesse delibere di giunta o di consiglio comunale, tranne che per eventi straordinari. Perché è stato fatto? Non avendo poi, acquisito il bene in consiglio comunale al patrimonio era logico darlo ad altro soggetto? Come mai si è proceduto per delibera di giunta? Per il recupero, nel 2019, su proposta del Ministero per il Sud, sono stati assegnati 15,114 milioni di euro. Un importante finanziamento, di cui 7 milioni di euro per l’annualità 2020 e 8,114 milioni di euro per l’annualità 2021, che è stato attribuito all’Agenzia per la coesione territoriale per la copertura degli investimenti necessari (Gazzetta Ufficiale del 4 novembre 2019, n. 258). Nella delibera del Cipe il riferimento è “alla stazione appaltante «Consorzio comunale Agrorinasce s.c. a r.l.», per la realizzazione del Parco agroalimentare dei prodotti tipici della Regione Campania”. Il Consorzio comunale Agrorinasce non si è però, ancora concretizzato e quindi nei fatti inesistente. Al Cipe è stato comunicato?

Casal di Principe: liquidazione delle quote motivo di lite

A Casal di Principe, la decisione del 2017 di non far più parte di Agrorinasce si è spostata sul terreno della transazione economica. Dopo la decisione del consiglio comunale, guidato dal sindaco Renato Natale, di razionalizzare le partecipazioni pubbliche, così come da piano Cottarelli, e dunque di liquidare le quote Agrorinasce, è partito un lungo carteggio. Nel 2019, il comune di Casal di Principe chiede ai Comuni consorziati di provvedere alla liquidazione delle quote sociali, cosa che però non avviene ma si dicono a favore dell’ingresso nella società consortile del comune di Mondragone, che avrebbe quindi dovuto acquistare le quote di Casal di Principe. Il nuovo acquisto non va in porto. Parte una trattativa che vede da una parte la richiesta di Agrorinasce dei costi di gestione anche per il 2018 e 2019 ed il Comune di Casal di Principe disponibile a versarne solo una parte. Si giunge ad un accordo che aspettava solo la firma di Giovanni Allucci, in quanto amministratore delegato, che però ad oggi non ha ancora firmato decidendo, invece, di mettere l’intera transazione nuovamente in discussione. Tina Cioffo

redazione

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