Duecento doni con generi alimentari sono stati distribuiti dalla Flai-Cgil alle famiglie in difficoltà che lavorano nel comparto agricolo.
“Abbiamo voluto portare un aiuto concreto a chi si trova in un momento di difficoltà in questo momento in cui ci troviamo ad affrontare anche la crisi sanitaria” lo dice Giovanni Mininni, segretario nazionale della Flai-Cgil che ieri si è recato sui territori tra Villa Literno e Casal di Principe. La spesa è stata consegnata i tanti braccianti, italiani e stranieri, che si trovano in un momento estremamente delicato anche dal punto di vista economico, che sta pesando pure sul comparto agricolo. Ci sono tanti, troppi, lavoratori che si trovano ad operare senza alcuna tutela e senza alcun contratto. Cosa che non ha permesso a queste persone nemmeno di chiedere un qualsiasi tipo di aiuto economico promosso dal governo in questi mesi.
A pesare ancora di più sul comparto è anche l’assenza di manodopera dettata dall’impossibilità di viaggiare dei braccianti. E’ caso dei lavoratori che provengono dall’Est Europa e che a fine lavoro stagionale rientrano nella propria nazione. Ora questi lavoratori, fidelizzati con alcune aziende, sono bloccati. Eppure un modo per sbloccare la situazione ci sarebbe basterebbe “regolarizzare i tanti lavoratori che non abbandonano l’Italia“. Il riferimento è essenzialmente ai braccianti africani che non rientrano nel proprio paese d’origine, ma vivono sul territorio nazionale, costretti a vivere in ghetti senza alcuna assistenza.
Altra soluzione presentata dalla Flai-Cgil è quella dell’apertura dei corridoi green regionali, interregionali e intercomunitari per il transito regolare dei lavoratori stranieri regolari, con la concessione di un permesso di soggiorno per motivazioni lavorative da consegnare agli stranieri regolari che trovano un lavoro nel comparto agricolo o in quello della filiera. “Anche quest’anno – sostengono Nicola Ricci e Giuseppe Carotenuto, segretari di Cgil e Flai Cgil Campania – registriamo una forte assenza di manodopera nel settore a causa dell’emergenza sanitaria legata al Covid19. Rispetto agli anni precedenti, quest’anno c’è il concreto rischio di un collasso del settore, dal momento che oltre il 30 per cento dei lavoratori stagionali sono immigrati comunitari ed extracomunitari. L’attività agricola, esentata dalla sospensione decretata dal Governo, rischia così di paralizzarsi. E – avvertono – senza raccolto si blocca la filiera agroalimentare mettendo a rischio l’approvvigionamento alimentare e oltre 35mila posti di lavoro nella nostra regione”.
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