Abbattimenti a Casal di Principe, sindaco Natale: “La mia non è una resa”

A Casal di Principe dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere parte l’ ordine di demolizione, il sindaco Renato Natale si dimette dichiarandosi contrario ad una legalità che non è giusta.

di Tina Cioffo

Il sindaco di Casal di Principe, Renato Natale ha deciso di dimettersi dopo la decisione della Procura di Santa Maria Capua Vetere di non concedere la proroga di 100 giorni prima di abbattere due case abusive in via Ancona. “La mia non è una resa ma un atto di lotta“, ha detto. La questione dell’abusivismo si ripropone nella sua tragicità, accentuando anche il problema dell’emergenza abitativa.

Partiamo dai numeri

A Casal di Principe esistono 1200 case abusive, di queste 250 sono Resa, cioè con ordine di abbattimento esecutivo. Per abbattere ogni casa è necessario accendere un mutuo che va tra i 150mila e i 200mila euro. Per 11 abbattimenti l’amministrazione comunale casalese ha contratto, fino ad oggi, mutui per un milione e seicento mila euro. Per eseguire le demolizioni dei 250 immobili con ordine esecutivo sarebbero necessari 35 milioni euro. Una cifra impensabile per le casse di un ente come il comune di Casal di Principe e finanche inaccettabile se si pensa che la Cassa Depositi e Prestiti ha a disposizione per le demolizioni di tutta Italia solo 50 milioni di euro. Per procedere alla demolizione, fissata per domani 2 settembre, delle due case di via Ancona, abitazioni dei fratelli Stabile, la Procura ha chiesto 250mila euro. Il mutuo è a carico delle casse casalesi. La ditta che domani mattina arriverà con le ruspe è stata incaricata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere.

Proseguiamo con la storia

Le due case che saranno abbattute in via Ancona diventate malgrado tutto terreno di scontro, sono state dichiarate abusive perché non vennero comunicati al Genio Civile i calcoli strutturali. La sentenza di abbattimento di quegli immobili è del 2005 mentre il Prg entra in vigore nel 2007. Quindi in assenza di regole, sarebbe bastata una comunicazione integrativa ma questo nessuno lo disse ai proprietari. Dal 2005 al 2021 di quella sentenza non se ne è preoccupata la Procura, non le altre istituzioni e nemmeno le amministrazioni comunali o i commissari prefettizi che nel tempo si sono succeduti. L’ordine di demolizione è arrivato lo scorso marzo per poi essere rinviato. Il 25 agosto scorso, l’amministrazione comunale chiese una nuova proroga (la prima era stata chiesta nel tentativo di trovare una soluzione abitativa di fatto non reperita, nonostante un avviso pubblico). Il sindaco Renato Natale aveva chiesto il rinvio dell’abbattimento fissato per il 2 settembre, spostandolo di almeno 100 giorni, tempo necessario per il recupero di un bene confiscato a Giuseppe Setola in via Baracca.

Arriviamo alla decisione del sindaco di rassegnare le sue dimissioni

Dinanzi al diniego della Procura, Renato Natale ha deciso di dimettersi dalla carica di primo cittadino di Casal di Principe ritenendo “inaccettabile la posizione di arroccamento della Procura di Santa Maria Capua Vetere che non ha voluto concedere la proroga e che mette a rischio il destino di quattro bambini tra i 3 ed i 7 anni”. Le dimissioni sono state ufficializzate stamattina, 1 settembre, nel corso di una conferenza stampa. Nei mesi scorsi aveva bussato a tutte le porte possibili e chiesto anche intervento del ministro della Giustizia Cartabia e del ministro per il Sud, Mara Carfagna. Domani, 2 settembre, su iniziativa della Carfagna si riunirà un tavolo interministeriale per discutere proprio della problematica dell’abusivismo. “La decisione di procedere con abbattimenti indiscriminati, mette a rischio tutto il riscatto del territorio. Sono anni che lavoriamo per risollevarci dopo essere quasi morti sotto il peso della criminalità organizzata ed ora non possiamo far finta ad un tratto di dimenticare tutte le nostre battaglie perché a sbagliare è la magistratura. Non siamo a favore dell’abusivismo ed è chiaro che la legge debba fare il suo corso ma è altrettanto chiaro che questo non può lasciare indietro i diritti e provocare danni sociali ancora più gravi”, ha detto Natale che ha poi concluso: “la mia non è una resa ma un momento di lotta che continua a difesa dei diritti fondamentali dei cittadini che non possono in alcun modo essere messi in discussione”.

La Giunta ed il Consiglio comunale hanno espresso amarezza profonda “per la condizione di solitudine in cui il sindaco Renato Natale è stato lasciato dalle istituzioni preposte”. Pieno sostegno è stato espresso senza se e senza ma.

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